Mortara (PV): Vendesi, anche affitto riscatto, cascinale con ca. con parco e parcheggio di proprietà. Ex ristorante con cucina attrezzata, composto da due edifici. Il primo si sviluppa su due piani, mentre il secondo su uno. Porticati. Ideale per ristorante (anche con camere), maneggio, o struttura residenziale. Nel prezzo inclusi: attrezzatura cucina, vettovaglie per ristorazione, tavoli e sedie. Il giardino è attrezzato con giochi per bimbi. Ampia area verde nella coorte interna. Piazzale di ca 1500 mq comm con parcheggi.
Mortara (PV): Vendesi, anche affitto riscatto, cascinale con ca. con parco e parcheggio di proprietà. Ex ristorante con cucina attrezzata, composto da due edifici. Il primo si sviluppa su due piani, mentre il secondo su uno. Porticati. Ideale per ristorante (anche con camere), maneggio, o struttura residenziale. Nel prezzo inclusi: attrezzatura cucina, vettovaglie per ristorazione, tavoli e sedie. Il giardino è attrezzato con giochi per bimbi. Ampia area verde nella coorte interna. Piazzale di ca 1500 mq comm con parcheggi.
Appartenente inizialmente alla contea di Lomello, nel 1164 Federico I la sottopose al dominio di Pavia, e Mortara divenne sede di podesteria. Passò in seguito sotto il dominio milanese, prima dei Visconti e poi degli Sforza e divenne luogo di caccia e di svago per la corte ducale. Gian Galeazzo Visconti concesse al borgo l'autorizzazione per cambiare il proprio nome in Beldiporto, denominazione che mantenne fino al 1402. Sotto gli Sforza fu feudo personale di Ludovico il Moro. Caduti gli Sforza nel 1499, divenne signoria di Gian Giacomo Trivulzio e poi di Obicino Caccia; al ritorno degli Sforza, venne infeudata a Matteo Beccaria di San Gaudenzio, che non lasciò discendenza maschile; la signoria fu dunque concessa a Cristina di Danimarca. Dopo essere ritornata libera tra il 1580 e il 1613, sotto il governo spagnolo (1535-1706) Mortara divenne marchesato, attribuito al governatore spagnolo Rodrigo Orozco e rimase in possesso dei suoi discendenti fino al 1706, anno del definitivo affrancamento. In quest'epoca Mortara divenne un'importante piazzaforte a difesa dei confini occidentali del ducato milanese. Nel 1707 Vittorio Amedeo II di Savoia conquistò Mortara, elevandola al rango di città regia (affrancata dunque dal feudalesimo) e di capoluogo della provincia di Lomellina. Questi importanti cambiamenti vennero ratificati con il trattato di Utrecht nel 1713. La città mantenne questo ruolo fino al 1860, arricchendosi di palazzi e costruzioni ottocentesche quali il Palazzo comunale (1857) ed il Teatro dedicato a Vittorio Emanuele II (1845). Con l'Unità d'Italia (Decreto Rattazzi del 1859) fu assegnata alla provincia di Pavia come capoluogo del circondario della Lomellina.