L'appartamento in vendita si trova nella zona residenziale di San Martino al Cimino, a pochi chilometri dal centro storico di Viterbo.
L'ingresso si apre su un ampio e luminoso soggiorno, dotato di grandi finestre che garantiscono una piacevole illuminazione naturale.
Cucina abitabile, due grandi camere da letto e bagno.
L'appartamento si trova in un condominio ben curato e dispone di due posti auto riservati all'interno del cortile condominiale.
La posizione strategica e due balconi permettono di godere di una stupenda vista panoramica sulla campagna circostante e di un'ottima privacy.
Annessa cantina.
Per chi desidera un'abitazione in una zona tranquilla e ben collegata con i servizi principali, questo appartamento rappresenta un'ottima opportunità.
Ideale per famiglie, offre una soluzione abitativa accogliente e funzionale.
San Martino al Cimino è una frazione di Viterbo, di cui costituiva la VIII circoscrizione comunale. L'antico centro medioevale, cresciuto intorno all'abbazia cistercense, fu riadattato nel XVII secolo secondo il gusto dell'epoca, ma conserva tracce della vecchia cortina muraria e dell'originaria struttura urbanistica.
La parte alta del centro abitato conserva la chiesa e il seicentesco Palazzo Doria Pamphili, costruito per iniziativa di Donna Olimpia, utilizzando parte dei materiali avanzati dalla ristrutturazione del palazzo di proprietà della famiglia Pamphili sito a Roma in piazza Navona.
È possibile accedere al paese tramite due porte; una nella parte bassa chiamata "viterbese" perché in direzione Viterbo, l'altra nella parte alta chiamata "montana" perché in direzione della montagna, del lago di Vico e di Roma.
Comune autonomo fino al 1928, in tale data esso fu aggregato a Viterbo, dal cui centro esso dista circa 5 km.
Il borgo di san Martino al Cimino vede la sua origine intorno all'XIII secolo, allorquando nella località, che sorge a circa 560 metri di altitudine, fu edificata un'abbazia ad opera dei monaci cistercensi di Pontigny.
Vista da palazzo Doria Pamphilj
Palazzo Doria Pamphilj
Nei secoli successivi, il borgo conobbe una notevole espansione urbanistica, demografica ed economica grazie all'interessamento di Olimpia Maidalchini, più nota come Donna Olimpia, vedova del marchese Pamphilio Pamphilj e cognata di papa Innocenzo X, dal quale ebbe il titolo di Principessa di San Martino al Cimino. Donna Olimpia affidò al Borromini la ristrutturazione architettonica del borgo; questi si occupò dei lavori sull'abbazia cistercense (l'innalzamento dei due campanili, con la funzione aggiunta di contrafforti, è opera sua[1]) e, a sua volta, affidò all'architetto militare Marc'Antonio de Rossi il disegno delle mura perimetrali, delle porte e delle abitazioni[2] così come di altri palazzi civili. La realizzazione viene definita un esperimento urbanistico ante litteram: i costruttori del palazzo di corte furono gli stessi che poi acquistarono le case a riscatto, costruite mano mano attorno ad esso: i primi esempi di