JESI (ANCONA, MARCHE): “VILLA DEI GIGLI”: STORIA, BELLEZZA E NATURA IN UNA DIMORA RAFFINATA DOVE GUSTO E GODIBILITÀ DI PREZIOSI AMBIENTI SPOSANO UN PARCO DI CIRCA 7.700 MQ.
“Villa dei Gigli” è una vicina di casa peculiare e raffinata della nota Villa Baldeschi-Balleani di Fontedamo (proprietà della nobile famiglia Balleani sin dal 1600) ed è probabilmente riconducibile, come origine, alla prima metà del 1800.
È stata, sino al 1977/78, la dimora dei custodi che nel tempo si sono presi cura di Villa Balleani, con cui “Villa dei Gigli” ha vissuto la storia economico-sociale del territorio e di quella zona in particolare, molto vivace, tra ‘800 e ‘900, anche dal punto di vista dell'attività imprenditoriale di gelsibachicoltura e tessile.
È stata, inoltre, testimone di quella vita bucolica e di relax che i nobili ricercarono, soprattutto dal Rinascimento in poi, nelle residenze di campagna, non meno studiate e curate di quelle in centro-città.
Varcare la cancellata di “Villa dei Gigli”, scoprire l'ampia corte, pian piano la signorile fisionomia della Villa, e intravedere la natura che materna l'abbraccia è una grande emozione. Colpisce subito la forma sobria nelle linee architettoniche, nei mattoni a vista, l'assenza di decorativismi eccessivi ma nello stesso tempo la particolarità di un piano secondo che richiama forme ed elementi riconducibili ad edifici religiosi e che rivede forse il concetto estetico della bigattiera centrale in chiave aristocratica e di spazi signorili.
La ristrutturazione degli anni '80 ha rivisto l'intero immobile dal punto di vista di tetto, travi, impianti, infissi, porte e pavimenti, in chiave conservativa e con l'utilizzo di materiali di altissima qualità e grandi firme dell'artigianato italiano. Non a caso questo rinnovamento ha contemplato anche l'inserimento di preziosi elementi come l'orologio sulla parte frontale e, in cima, le due campane, creati da maestri orologiai e provetti campanari con un'esperienza iniziata nel 1824.
Il portone centrale ci accoglie narrandoci di antiche vestigia: su di esso scorgiamo infatti, oltre alla classica corona a nove punte (simbolo araldico dei conti), uno stemma nobiliare che riconduce a quello dell'antica e nobile famiglia Guglielmi (originaria di Siena e di cui un ramo si stabilì a Jesi nella seconda metà del secolo XV), che tra il 1716 e il 1726 diventò Guglielmi-Balleani, quando Gaetano Guglielmi fu nominato erede di Niccolò Balleani, ultimo rappresentante dell'antica famiglia jesina. Sullo stemma riconosciamo difatti l'obelisco (o guglia) coronato e accompagnato da due gigli, uno nel cantone sinistro del capo e l'altro nel cantone destro della punta, e la banda sul tutto.
Varcata la soglia, l'ingresso ci lascia intravedere l'elegante scala in ferro, di raffinata fattura, che conduce al piano primo e le porte che ci introducono ai tanti spazi dell'ampio piano terra di rappresentanza, in cui trovano collocazione la grande...