La proprietà si trova nel territorio di Pollina 19 km dal centro di Cefalù, è inserita in un contesto molto tranquillo pertanto la privacy è garantita, la vista è strepitosa e si perde a vista d’occhio sul mare e le colline. La costruzione risale al 1957 il suo stile è perfettamente integrato al contesto in cui si trova, muri in pietra e pergola esterna che si affaccia su un terreno di mq 4.236 interamente coltivato a frutteto. L’immobile è così strutturato: al piano terra che in origine era adibito ad attività di ristorazione, troviamo due ampie camere adibite a soggiorno,un camino, due ampi locali di sgombero, un bagno con disimpegno ed un’ampia cucina con forno a legna. Al piano Primo troviamo: quattro unità definite come mini appartamenti di cui tre, dotate di camera e soggiorno/pranzo, bagno ed angolo cottura e un’unità con camera, soggiorno/pranzo e bagno per una superficie totale di mq 200 c.a. L’immobile necessita di ristrutturazione ma ha un altissimo potenziale, si presta perfettamente come uso investimento per attività turistica, ma è ideale da trasformare ad unità abitativa, gli ampi spazi esterni danno la possibilità di realizzare anche una piscina.
Pollina : Posizione e dintorni di questa proprietà
Pollina Fa parte del Parco delle Madonie dista da Cefalù 19 km. Il comune di Pollina comprende i centri abitati di Pollina e Finale. La maggioranza della popolazione residente nel comune di Pollina è situata a Finale. Lo sviluppo turistico della zona cominciò negli anni '70 del Novecento, quando su progetto dell'architetto Foscari fu costruito, sulle linee del teatro greco, un teatro all'aperto ricavato da una roccia dolomitica, dal particolare colore metà rosato e metà bianco, da cui il nome di “Pietrarosa”, ancora oggi impiegato per lo svolgimento delle numerose attività artistiche, soprattutto nel periodo estivo. Pollina è anche conosciuta per la produzione della manna. Nei boschi del territorio pollinese, divenuti una sorta di “museo a cielo aperto”, si ottiene questo prodotto unico intaccando con un particolare coltello il tronco del frassino in estate. Il liquido che sgorga dalle incisioni si condensa seccandosi all'aria estiva, si raccoglie e viene usato in composti medicinali, esattamente come duemila anni fa quando i medici greci e romani lo chiamavano “miele di rugiada” o “miele di frassino”.