Nel cuore del Salento e precisamente nel centro storico del Comune di Salve, Salento Agency vende una bellissima proprietà.
Dietro una porticina situata in Via Ettore Fierramosca si nasconde una pagina di storia salvese. Guardando il prospetto principale dal civico 25, si accede ad una prima porzione della proprietà, costituita da due stanze, ora sprovviste del tetto che potrà essere ricostruito e da una terza stanza con tipica volta leccese. Questi ambienti erano utilizzati per il ricovero degli attrezzi agricoli e come fienile e annessa stalla per gli animali da lavoro.
Dalla porticina posta sul lato sinistro del prospetto principale si ha accesso ad un cortile!
Sulla destra del cortile troviamo una prima grande stanza con volta a stella, una più piccola con volta a botte, una terza stanza con volta a stella adibita a cucina e una quarta stanza crollata (dunque che si potrà ricostruire) che originariamente aveva la copertura con volta a stella. Dalla stanza che era adibita a cucina si ha l'uscita su di un giardino di circa 200 metri quadrati. Il cortile d'ingresso conduce anche al giardino retrostante di oltre 500 metri quadrati. Qui troviamo una bellissima testimonianza della cultura salentina. Da un piccolo portale in pietra tufacea si scende nel sottosuolo dove si trova un bellissimo frantoio ipogeo completamente scavato nella roccia.
Si preferiva costruire il frantoio (o meglio scavarlo nella roccia) in quanto l'olio doveva essere mantenuto ad una temperatura di 19/20 gradi in modo da agevolarne la separazione dall'acqua di lavorazione, motivo per cui anche l'ingresso del frantoio era quasi sempre orientato a sud in modo da ripararsi dal vento di tramontana.
L'altro motivo per cui si preferiva scavare era perché più conveniente sia in termini economici che di lavoro.
Al suo interno si trova una bellissima macina, ricavata dalla roccia proveniente dallo scavo dello stesso frantoio (tanto grande da non poter uscire dall'ingresso), vasche in pietra leccese (utilizzate come contenitori per lo stoccaggio dell'olio), mangiatoie e i segni indelebili dello sfregamento del torchio. Il tempo sembra essersi fermato a quando i contadini sotto gli ordini del NACHIRO. Il nachiro era colui che organizzava i turni lavorativi, amministrava i soldi delle offerte che i clienti lasciavano ai lavoratori ma in particolar modo aveva il compito principale di separare l'olio dall'acqua de sentina.
L'olio nei secoli partiva sulle navi dalle coste salentine per raggiungere gran parte d' Europa perché utilizzato per le accensioni delle lampade.
Solitamente in frantoio lavoravano dai 5 ai 7 manovali, chiamati anche "trappitari" oltre ad un ragazzo che aveva il compito di accudire gli animali, cucinava, portava da bere ai colleghi e in generale svolgeva tutte quelle mansioni "secondarie".
La lavorazione delle olive solitamente aveva inizio nei mesi di ottobre/novembre per concludersi nel mese di maggio e per tutto questo periodo i lavoratovi non lasciavano il frantoio