Un fatale intreccio di tessiture in pietra, una facciata classicheggiante immersa nella meraviglia del sole mattutino, ed ecco innescata la magia irrequieta di un sentimento famigliare che si rigenera nelle forme e si conserva nelle radici. Questa volta facciamo tappa a Marittima, più precisamente in via Vittorio Emanuele, ad un volo di allodola dalla bellissima Piazza Principe Umberto, in uno scenario che sembra aver esiliato il tempo oltre i confini del mondo.
Varcata la soglia di ingresso, scegliendo di esordire dalla più ampia delle due entrate, ci ritroviamo in un primo spazio sublimato dalla volta stellata, un tuffo bianco nell’esattezza metrica delle linee architettoniche, che spingono lo sguardo in profondità, oltre un muro divisorio che sembra destinato a cedere il passo al movimento appassionato degli archi laterali, lasciando intravedere dalla mezzaluna di vertice la continuità delle volte.
Un corridoio sul versante levantino, originato dall’ingresso lunettato a sinistra della facciata, diventa andito perfetto per liberare, frontalmente, la scala a servizio del piano nobile e, di lato, l’ampia zona giorno formata da due ambienti voltati a stella, con camino sul lato di ponente, e da una cucina con veranda, istintivamente proiettata sul giardino retrostante. In questo spazio esterno, un patio suscettibile di essere ampliato conduce ad un vano tecnico e ad un bagno esterno, dislocati sulla destra, volumi questi che, a giudizio di chi vi scrive, ben potrebbero essere rimossi al fine di dilatare il giardino ed imprimere un’equilibrata armonia all’intero nucleo abitativo.
Salendo al primo piano, si percepisce ad impronta come la semplicità degli spazi attinga ancora una volta alla straordinaria poetica dell’essenzialità, con un elemento in più dato dal fatto che qui le volte spingono risolute in altezza, lasciando negli occhi la meraviglia arcuata e bianca di stanze che sembrano cadere dal cielo con una eleganza che commuove. Intrigante lo spazio illuminato che fronteggia l’ampia vetrata di indole meridiana, un disimpegno che introduce al piano e che di certo avrebbe più sentimento, se solo la generosa fonte di luce fosse accompagnata da un arco a tutto sesto e da un balcone proteso sul giardino, magicamente sospeso a metà tra la terra e il cielo.
Un corridoio, lungo la direttrice della scala, plasma e disimpegna al suo fianco sinistro un bagno e ben tre stanze da letto, mentre l’itinerario domestico si completa con la scala a spirale che conduce all’area solare di proprietà esclusiva e dalla vista panoramica.
Nella meravigliosa consistenza spaziale dell’ultima camera, con bagno en suite, trova specchio il senso ultimo di tutta la casa, un balcone si accende come un lume caldo sul volto fresco della sera mentre il cuore affonda come un frutto nella morbidezza di un paesaggio che ai nostri occhi appare incantato.