Nell’ultimo incontro della Commissione Lavoro della Camera è stato approvato un emendamento che elimina l’obbligatorietà di indicare negli atti di compravendita quale sia il compenso dell’agenzia immobiliare, introdotta con il decreto-legge 223/2006.

Approfondiamo insieme di cosa si tratta e qual è stata la replica della Federazione Italiana Mediatori Agenti Affari (FIMAA).


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Cosa prevede l’emendamento

Come accennato in precedenza, con questo emendamento al Ddl Lavoro viene introdotta la possibilità di segnalare “in alternativa, il numero della fattura emessa dal mediatore e la corrispondenza tra l’importo fatturato e la spesa effettivamente sostenuta e, in ogni caso, le analitiche modalità di pagamento della stessa”.

La reazione di FIMAA

Non si è fatta attendere la replica di FIMAA-Confcommercio, che si è mostrata soddisfatta dei vari confronti con il Governo volti proprio a riformulare la norma, “ritenendo tale compromesso un primo importante passo avanti per la categoria”, come dichiarato dal Presidente Taverna.

Non solo, Taverna ha aggiunto che l’obbligo di dichiarare il compenso percepito si “è sempre ritenuto che potesse ledere la privacy e la libertà contrattuale delle parti”.

Infatti, se l’obiettivo del decreto legge 223/2006 era, molto probabilmente, quello di contrastare l’evasione fiscale, secondo Pezzetta (Vicepresidente Vicario di FIMAA-Confcommercio), già la fattura elettronica si configura come uno strumento utile a questo scopo.

Ad ogni modo, come ha dichiarato, “questo compromesso, al quale si è giunti a seguito di un proficuo dialogo con il Governo e i Deputati, è in ogni caso un passo avanti nella tutela della privacy dei mediatori immobiliari.”

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