Nuovo stadio a San Siro, il Comune conferma la dichiarazione di pubblico interesse

Dopo un dibattito durato per anni (letteralmente, non si tratta di una iperbole), il Comune di Milano ha approvato la delibera di conferma della dichiarazione di pubblico interesse per il nuovo stadio delle due squadre cittadine, Inter e Milan.

La Giunta, sulla proposta presentata dalle società calcistiche in merito allo stadio che prenderà il posto di San Siro (e all’intero distretto che sorgerà accanto, ridisegnando un intero quartiere), ha dato parere favorevole, dopo che sono stati ribaditi e riconfermati alcuni punti imprescindibili per l’intero progetto; le stesse “richieste” che il sindaco Beppe Sala ha ricordato in un post pubblicato su Instagram:

• un adeguamento dell’indice di edificabilità territoriale a quello massimo previsto dalla Norma del Piano di Governo del Territorio pari a 0,35 (e quindi poco più della metà rispetto a quanto chiesto inizialmente dai due club). 
• una riconfigurazione a “distretto sportivo” della zona nella quale si trova attualmente lo stadio Meazza;
• una valorizzazione e un incremento del verde nel distretto sportivo;
• un aggiornamento del piano economico finanziario durante la prossima fase progettuale.

Nuovo stadio, un comparto multifunzionale

La nuovo stadio mira a creare un collegamento tra le diverse anime della zona grazie a una struttura “multifunzionale” che riqualificherà l’area circostante, come è già stato fatto con la realizzazione del Nuovo Mercato Centrale.

Il nuovo comparto multifunzionale, infatti, integra diverse aree per sport, tempo libero, intrattenimento e shopping, puntando a offrire servizi e accogliere tifosi, appassionati, residenti e turisti per 365 giorni all’anno. La superficie investita da questo intervento sarà complessivamente di 165.000 metri quadri.

Un’opera di riqualificazione

Nel suo insieme quest’opera si propone quindi di trasformare un’area di divisione tra le zone popolari e la tanto raccontata città giardino in un luogo di unione e continuità. La dinamicità del quartiere non dipenderà più dalle aperture dello stadio, bensì dalla possibilità di vivere la nuova realtà multifunzionale che accoglie sì sportivi, ma offre anche situazioni commerciali e realtà sociali autonome dallo svolgimento delle partite.

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