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Tassi mutui
Mutui, Prestiti e Assicurazioni 15 giugno 2023

Nuovo aumento dei tassi di interesse: la Bce li porta al 4%


Oggi la Bce si è pronunciata a favore di un nuovo aumento dei tassi di interesse, che toccano così quota 4%. E potrebbe non essere finita qui.
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Leonardo Capponi

Collaboratore di Immobiliare.it

Come avevano previsto in modo pressoché unanime gli analisti negli ultimi giorni, oggi la Bce ha deciso per un nuovo rialzo dei tassi di interesse. L’ottavo in meno di un anno.

Il ritocco stabilito è di un +0,25% (un quarto di punto), in questo modo il tasso di riferimento di area euro passa dal 3,75%, deciso nella riunione del 4 maggio scorso, al 4%.

Prospettive future

E i rialzi potrebbero non essere finiti qui. Diversi economisti, infatti, prevedono nuovi aumenti dei tassi decisi da Francoforte da qui a settembre, quando il costo del denaro nell’eurozona potrebbe quindi toccare – se non superare – quota 4,25%.

Lotta dura all’inflazione

Il Board della Bce sta quindi adottando una politica di lotta dura all’inflazione, anche a costo che questa pesi negativamente sul sistema produttivo, sulle famiglie e sulle imprese.

Ma sta funzionando? Ni. Rispetto al picco massimo di ottobre 2022, 10,6%, l’inflazione è sì scesa, ma a maggio si attesta ancora al 6,1%, lontanissima quindi dall’obiettivo di un aumento del 2% che la Bce si è data e che è una parte essenziale del suo mandato.

Il commento di Ansano Cecchini, Amministratore Delegato Euroansa

Il rialzo deciso era prevedibile e già sostanzialmente recepito dal mercato. Da sottolineare, comunque, come il prezzo delle materie prime sia calato e quindi si presume che nel breve periodo l’inflazione diminuisca. In questo momento il sistema bancario è avvantaggiato dal rialzo dei tassi, e il margine di intermediazione incide positivamente sui bilanci delle banche. Va aggiunto però che Banca d’Italia ha attivato una politica di moral suasion affinché gli istituti di credito retribuiscano i conti correnti con un tasso attivo. L’incidenza dell’aumento dei tassi sullo stock dei mutui a tasso variabile stipulati negli ultimi anni è limitato, perchè rappresentano una percentuale sotto il 20% del montante mutui complessivi. Attualmente, quindi, non c’è rischio di deterioramento del credito. Oltretutto non si ravvisa nemmeno una speculazione sui valori immobiliari, di conseguenza non sussiste il pericolo di bolla immobiliare.

Il commento di Angelica Pelizzari, Executive Board Member di Immobiliare.it

La Banca Centrale Europea ha deciso nuovamente di aumentare i tassi dello 0.25%, confermando tali manovre come strumento principe anti inflazione.
Sebbene la decisione appaia, da un punto di vista meramente monetario tatticamente giustificabile, il rally di aumento nei tassi, ormai in essere dalla scorsa estate, andrà ad incidere ancora di più sui budget delle famiglie, già fortemente esposte con i mutui a tassi variabili, rischiando così di comprimere i consumi.
Se quindi l’intento strategico delle banche centrali è la stabilità economica, confidiamo che la crescita dei tassi si arresti nel breve termine.

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