Nel cuore della città di Ferrara, tra le sue strette vie che raccontano secoli di storia, svetta maestoso il Palazzo dei Diamanti, un gioiello architettonico che affascina e incuriosisce i visitatori provenienti da ogni angolo del mondo. T

Tuttavia, dietro il suo nome affascinante e evocativo si cela un enigma che ha stimolato la curiosità degli studiosi e degli appassionati di arte e storia: perché questo edificio è chiamato proprio “dei Diamanti”?

Scopriamo l’affascinante storia di questo palazzo rinascimentale, esplorando le leggende che si nascondono dietro ad uno degli edifici simbolo di Ferrara, persino citato nell’Orlando Furioso. 


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La storia di Palazzo dei Diamanti

Il Palazzo dei Diamanti emerge come uno dei gioielli più rilevanti dell’architettura rinascimentale; commissionato da Sigismondo d’Este, fratello del Duca Ercole I, il palazzo vide la sua costruzione avviata nel 1493 sotto la guida dell’architetto Biagio Rossetti, figura di spicco nell’architettura cittadina.

L’edificio, che rappresentava un’importante tappa nel vasto progetto urbanistico voluto dal Duca Ercole I, si caratterizzava inizialmente per una struttura ad “U”, con due ali laterali che si affacciavano sul cortile d’onore. Nonostante il piano originale risalente al XV secolo, la sua completa realizzazione fu ritardata da una serie di eventi, tra cui gli abbandoni dei tagliapietre nei primi anni del Cinquecento, che provocarono importanti rallentamenti nei lavori.

Nel corso dei secoli, il Palazzo dei Diamanti ha subito diverse vicissitudini, tra cui i danni inflitti durante i bombardamenti del 1944, che causarono la perdita di parte delle opere custodite al suo interno. Dopo il terremoto dell’Emilia del 2012, l’edificio è stato oggetto di un meticoloso restauro, che ha restituito alla città di Ferrara uno dei suoi simboli più significativi, pronto a risplendere ancora una volta nella sua antica magnificenza.


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Perché si chiama così?

Il maestoso palazzo trae l’origine del suo nome dalla caratteristica facciata in bugnato, composta da ben 8.550 bugne marmoree, che conferiscono all’edificio un aspetto di rara bellezza e originalità. Questo metodo prevede l‘impilamento di pietre in file sfalsate, lavorate in modo che i giunti appaiano solcati e arretrati rispetto agli altri.

Nel caso del palazzo ferrarese, le bugne a forma di diamante creano un effetto prospettico straordinario, amplificato dall’inclinazione delle stesse che varia per creare giochi di luce. I blocchi di marmo bianco e rosato, utilizzati per creare queste ‘gemme’ architettoniche, sono stati scelti appositamente per massimizzare l’effetto di rifrazione della luce.

Ma oltre alla meraviglia estetica, c’è un’altra storia affascinante che circonda queste piccole ‘piramidi’ marmoree: si dice che una di esse custodisca un autentico diamante, segretamente nascosto da Ercole I d’Este.

Si racconta che questa gemma fosse parte della sua corona, e solo il duca conosceva la sua esatta posizione, oltre al capomastro incaricato dei lavori. Tuttavia, la leggenda narra che il capomastro, a causa della sua conoscenza privilegiata, pagò un prezzo terribile: si dice che il duca lo abbia reso cieco e muto, tagliandogli la lingua, affinché non potesse mai rivelare a nessuno la posizione della preziosa pietra.

Questo misterioso aneddoto aggiunge un ulteriore alone di fascino e mistero a uno dei palazzi più iconici dell’architettura rinascimentale.

Come visitare il Palazzo dei Diamanti

L’edificio è oggi uno spazio espositivo che ospita mostre di arte antica e moderna (con la galleria espositiva e la Pinacoteca Nazionale di Ferrara). Le mostre della galleria sono visitabili tutti i giorni dalle 9.30 alle 19.30.

Il prezzo del biglietto è di 15 euro dai 18 anni in su, mentre la tariffa ridotta ha un costo di 14 euro. La Pinacoteca è visitabile dal martedì alla domenica ad un costo di 8 euro dai 25 anni in su. I minori di anni 18 non pagano, mentre i giovani di età compresa tra i 18 e i 25 anni entrano al costo di 2 euro

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