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Torino
Infrastrutture ed Edifici Pubblici 5 dicembre 2023

Torino verso il nuovo piano regolatore, spinta ai prezzi e alla nuova metro 2


Torino si prepara all'approvazione del nuovo Piano regolatore. Ecco un approfondimento in merito.
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Adriano Lovera

Giornalista

Le Olimpiadi invernali 2006 avevano messo Torino sotto le luci della ribalta mondiale. Erano molto costose ma avevano rinnovato il capoluogo piemontese, specialmente in fatto di impianti sportivi. Non è un caso, infatti, che da qualche anno sia Torino ad ospitare le Atp Finals di tennis dove, a novembre, ha trionfato l’italiano Jannik Sinner. 

Adesso la città si prepara a un passaggio ancora più grande, l’approvazione del nuovo Piano regolatore, fermo da metà anni ’90. I dettagli sono ancora tutti da scrivere, perché l’amministrazione sta portando avanti una lunga serie di incontri d’ascolto con circoscrizioni, associazioni e ogni altro tipo di soggetto coinvolto, per raccogliere idee e pareri.

Tuttavia, alcuni aspetti sono già definiti, come il raddoppio della metropolitana. Elementi che influiranno sulla vivibilità e sul mercato immobiliare metropolitano.

Mercato immobiliare a Torino: una panoramica

Secondo Immobiliare.it, i prezzi in città, dopo un lieve calo nel 2019, sono ritornati a salire a partire dal 2022. Se, però, si paragonano ad altri grandi capoluoghi di regione, si tratta di valori ancora tutto sommato abbordabili.

La media delle richieste per gli appartamenti in vendita si ferma intorno ai 1.900 euro al metro quadrato, passando agli oltre 3500 euro al metro delle vie centrali, fino a 1.500/2000 euro al metro delle case usate in quartieri di periferia.

Senza scomodare il paragone con Milano, Roma o Venezia, che rappresentano il picco del nostro mercato, anche soltanto Bologna presenta valori decisamente più alti, superiori a 3.000 euro al metro quadrato di media.

Quindi, sotto la Mole, lo spazio da recuperare è ampio, benché, anche a Torino, non manchino i progetti innovativi e in classe energetica alta, dove il prezzo di vendita lievita. Basti citare progetti come Casa Doria, nel pieno centro (via Andrea Doria), un progetto di riqualificazione su stabili degli anni ’70, in classe A, che prevede l’uso della geotermia e finiture di alto livello, che dovrebbe essere terminato nel 2024 e che viene commercializzato già oggi a prezzi superiori a 6mila euro al metro.

Secondo Scenari Immobiliari, a fine 2023 a Torino saranno vendute circa 14.500 case, un volume che rappresentano un aumento modesto sul 2022 (+2%), ma del +14% sul 2019.

La nuova linea metropolitana

Tornando al piano regolatore, l’ultimo approvato dal Consiglio comunale risale al 1995. Un’altra epoca, dove la metropolitana non esisteva e l’attenzione verso la tutela degli spazi verdi non era ancora diventata un elemento imprescindibile.

L’approvazione del nuovo piano dovrebbe dare, innanzitutto, un’accelerata al progetto per la seconda linea metropolitana. Si tratta di un progetto redatto e pronto almeno dal 2018, ma che attende ancora il via.

Il tracciato attraverserà la città da Nord a Sud, andando a incrociare la linea 1 esistente nel punto nevralgico della stazione di Porta Nuova. Si tratta di un servizio molto atteso dai torinesi, sia pendolari sia studenti, perché andrebbe a servire zone attualmente prive di fermate, a partire dal Politecnico, maxi polo universitario che ogni anno accoglie circa 5mila nuove matricole (di cui molti stranieri), ma anche il campus Einaudi, sempre collegato all’Università, o gli stessi stabilimenti di Mirafiori.

Via Po

Un altro dettaglio, emerso durante i lavori preparatori del nuovo Piano, riguarda via Po, antica e strategica via del centro, che con i suoi portici collega piazza Castello con il fiume. La strada necessitava del rifacimento dei binari del tram.

Inizialmente, si era ipotizzato di approfittare di questi lavori ed asfaltare la via, passaggio che avrebbe senz’altro agevolato il traffico di auto e motorini, ma avrebbe spogliato la strada della sua storicità, dal momento che risale addirittura alla fine del 1600. Ha vinto la linea della conservazione e via Po manterrà la pavimentazione in pietra.


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La riqualificazione delle stazioni ferroviarie

Un capitolo importante nella trasformazione di Torino, come sta avvenendo anche a Milano, passerà infine per la riqualificazione delle stazioni ferroviarie (o porzioni di esse) ormai in disuso.

Proprio in estate, Fs Sistemi Urbani (la società delle Ferrovie dello Stato che presiede a queste operazioni) ha presentato il piano di rilancio del grande ex polo ferroviario di Torino Lingotto.

Un’area di circa 70mila metri quadrati di superficie totale dove, nelle parti edificabili, secondo le prime indicazioni il 30% sarà destinato a social housing e student housing, il resto a:

Fs ha già indetto, a ottobre, il bando di gara che partiva da una base d’asta di 25,9 milioni di euro.

Intanto, si è finalmente sbloccata la situazione per l’ex Palazzo del Lavoro, noto anche come Palazzo Nervi, oggi abbandonato ma nel portafoglio immobiliare di Cdp (Cassa depositi e prestiti). L’edificio potrà essere riconvertito con una valenza “commerciale”, ha stabilito da poco il Consiglio comunale.

Tuttavia, la proprietà ha garantito che verrà redatto un progetto moderno e rispettoso; aon sarà soltanto il luogo per un nuovo centro commerciale.

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