Giornalista
Nel 1839 a Napoli, capitale del Regno delle Due Sicilie, veniva attivata la prima stazione ferroviaria d’Italia della società Bayard. Quel rudere tipico dell’architettura industriale dell’epoca oggi è la traccia della più antica linea ferroviaria italiana. Dopo quasi due secoli le stazioni hanno cambiato volto e funzionalità, ma anche posizione, passando da complessi imponenti e monumentali nel cuore delle grandi città come Torino Porta Nuova o Milano Centrale, a progetti ambiziosi più decentrati e strategici come la Medipadana dell’Alta Velocità di Reggio Emilia o la “Porta del Sud” di Napoli Afragola.
Dall’Italia del “treno dei desideri che all’incontrario va” all’era dell’alta velocità e della mobilità sostenibile, ecco dove si trovano le stazioni ferroviarie più belle d’Italia.
Oltre al primato di stazione metropolitana più bella alla fermata Toledo, Napoli vanta anche una delle stazioni ferroviarie più belle d’Italia, firmata dall’archistar anglo-irachena Zaha Hadid.
Napoli Afragola è stata inaugurata nel 2017 e incanta per le sue linee architettoniche morbide e sinuose. Durante gli scavi è stato scoperto un antico villaggio miceneo del 1500 a.C..
La stazione di Milano Centrale fu inaugurata in epoca fascista ma porta i segni delle epoche precedenti (l’antica saletta d’attesa dei Savoia al binario 21) e di quelle successive al Ventennio. Questo scalo è un esempio di stile Liberty, Art Déco, razionalismo e modernità che si avverte attorno con i nuovi progetti di riqualificazione dell’ex hotel Michelangelo, nuove opere sostenibili e gallerie commerciali e gastronomiche. Stazione dinamica e sempre in movimento come questa città.
Genova Brignole è un angolo di Francia del primo Novecento. Inizialmente era un fabbricato di legno, ma fu subito ristrutturata in occasione dell’Esposizione mondiale del 1905. L’architettura riprende i motivi romantici della “rinascenza” di scuola francese: elegante, austera nei suoi grandi ornamenti, nelle lesene, stipiti e cornici in granito bianco. La facciata è decorata con stucchi e pietre delle cave di Montorfano, sul Lago Maggiore. Mentre nelle sale interne si possono ammirare gli affreschi di De Servi, Berroggio e Grifo. Il corpo centrale della facciata è dominato da un grande corpo scultoreo. In due bassorilievi si notano gli stemmi di Roma e di Torino.
Questa stazione, compatta e orizzontale, è considerata un capolavoro dello stile razionalista italiano di epoca fascista. La stazione di Firenze Santa Maria Novella vanta anche una posizione strategica, poiché si trova ad appena 1 chilometro dal Duomo e a pochi minuti dall’omonima basilica. Il treno è il mezzo più comodo, diretto e sostenibile per entrare dritti al cuore della culla del Rinascimento.
La stazione di Roma Tiburtina è un raro esempio di architettura contemporanea nell’Italia che rappresenta l’antichità, ma anche nel cuore della città eterna. Nel 2011 è stata dedicata a Camillo Benso conte di Cavour in occasione delle cerimonie per i 150 anni dell’Unità d’Italia, ed è un raccordo strategico fra i quartieri Nomentano e Pietralata. Inaugurata nell’Ottocento, inizialmente si chiamava stazione del Portonaccio. Come per Firenze, è tristemente nota perché qui ebbe luogo la deportazione degli ebrei rastrellati nel ghetto, la cui memoria è scolpita in una lapide svelata nel 2004.
È uno dei monumenti più amati dai palermitani – nonché una delle stazioni ferroviarie più belle d’Italia – perché da qui partirono le prime ondate migratorie dei meridionali in cerca di fortuna al Nord. I siciliani hanno un rapporto empatico con i flussi migratori che oggi invece, a parti invertite, arrivano dall’Africa. L’architettura esterna richiama lo stile neorinascimentale, mentre la tettoia elegante in ferro e vetro fu sacrificata durante la seconda guerra mondiale per l’industria bellica. Una ferita ancora aperta.
Conserva lo stile neorinascimentale dell’ingegnere milanese Gaetano Ratti, ma ha perso alcuni elementi architettonici e pensiline che ancora caratterizzano molti edifici pubblici italiani. Ma Bologna Centrale non è una stazione come le altre. Qui, a due passi da piazza Maggiore, le lancette si sono fermate alle ore 10.25 di quel maledetto 2 agosto 1980.
Quest’anno compie dieci anni una delle opere più ambiziose del nuovo millennio. La stazione dell’Alta Velocità di Reggio Emilia è stata inaugurata nel 2013 e cattura l’attenzione per la sua struttura futuristica a onda ben visibile e apprezzabile dall’autostrada del Sole A1. Il progetto dell’architetto spagnolo Santiago Calatrava è la sintesi di una nuova idea di mobilità, decentrata, sostenibile, e terra di passaggio in una società sempre meno stazionaria. Qui giungono bus, sostano e transitano mezzi nel tragitto tra Bologna e Milano.
Dal regno sabaudo a prima capitale dell’Unità d’Italia. La stazione di Torino Porta Nuova segna questa linea di passaggio che l’ha resa la città elegante, austera e ambiziosa che conosciamo oggi. Lo snodo nasce proprio nel 1861 e conserva la facciata e gli affreschi ottocenteschi, come quelli magnificenti della Sala Gonin, un tempo a uso esclusivo della famiglia reale dei Savoia, aperta al pubblico durante le giornate del Fai primavera.
Termini prende il nome dalle Terme di Diocleziano, ed è la porta principale della Capitale d’Italia. Più che bella, è maestosa e strategica. Tutte le strade che si snodano da Termini, portano a Roma.