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Quando l'apertura di una scuola di danza in un condominio può trasformarsi in una vera sfida giuridica
Case, Ville e Condomini 3 gennaio 2025

Quando l’apertura di una scuola di danza in un condominio può trasformarsi in una sfida giuridica


Cosa succede quando un condomino decide di aprire una scuola di danza? Ecco una breve rassegna delle sentenze più significative emesse in argomento.
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Ivan Meo

Articolista giuridico

Negli ultimi anni, diverse sentenze hanno affrontato il delicato equilibrio tra il diritto del proprietario di disporre liberamente del proprio immobile e il rispetto delle norme contenute nei regolamenti condominiali. Ma cosa succede quando un condomino decide di aprire una scuola di danza? Ecco una breve rassegna delle sentenze più significati emesse in argomento.

Il caso della sentenza di Nocera Inferiore 

Secondo il Tribunale di Nocera Inferiore (sentenza n. 2529/2024), in assenza di un divieto esplicito nel regolamento condominiale, non è possibile vietare l’apertura di una scuola di danza. Nel caso esaminato, un condomino aveva richiesto il ripristino della destinazione d’uso originaria dei locali commerciali utilizzati per l’attività di danza. Tuttavia, il Tribunale ha chiarito che una clausola generica non basta: il divieto deve essere esplicito e chiaramente trascritto nei registri immobiliari per essere opponibile.

Questa sentenza sottolinea l’importanza di una chiara redazione dei regolamenti condominiali. Un regolamento generico o ambiguo può lasciare spazio a interpretazioni che favoriscono il singolo proprietario a scapito dell’interesse comune. I condomini che intendono evitare attività potenzialmente rumorose o invasive devono assicurarsi che il divieto sia espresso in modo chiaro, dettagliato e adeguatamente trascritto nei registri immobiliari. 

Il principio della pubblicità del divieto

La Cassazione (sentenza n. 21024/2016) ha ribadito che per rendere opponibile un divieto contenuto nel regolamento condominiale, questo deve essere adeguatamente trascritto nei registri immobiliari, specificando i fondi serventi e dominanti. In caso contrario, il divieto non ha valore nei confronti dei successivi acquirenti dell’immobile.

La sentenza evidenzia come la corretta pubblicità del regolamento condominiale sia essenziale per garantire che i divieti siano effettivamente opponibili ai nuovi proprietari. Dal punto di vista pratico, sia gli amministratori di condominio che i notai hanno un ruolo chiave nel garantire che i regolamenti siano redatti e trascritti correttamente.

Quando il regolamento condominiale vince 

Diverso è il caso in cui il regolamento contenga un divieto chiaro e opponibile. Nella sentenza n. 9041/2018, la Corte di Cassazione ha stabilito che, anche con l’insonorizzazione dei locali, se il regolamento vieta espressamente l’attività di una scuola di danza, questa deve cessare immediatamente.

Questa sentenza chiarisce che la semplice adozione di misure correttive, come l’insonorizzazione dei locali, non è sufficiente a superare un divieto chiaro stabilito dal regolamento. I condomini che si trovano in una situazione simile devono assicurarsi che il regolamento sia stato adeguatamente approvato e trascritto, e devono procedere con azioni legali coerenti e ben documentate per ottenere la cessazione dell’attività vietata.

L’opponibilità delle clausole limitative contenute nei regolamenti condominiali contrattuali

La sentenza n. 8176/2022 della Corte d’Appello di Roma affronta un tema centrale nel diritto condominiale: l’opponibilità delle clausole limitative contenute nei regolamenti condominiali contrattuali. Il caso riguardava l’apertura di una scuola di danza in un immobile situato in un condominio, attività vietata dal regolamento. 

Tuttavia, la Corte ha rilevato che tale regolamento, pur contenendo un’esplicita clausola di divieto, non era stato trascritto nei registri immobiliari. Questo dettaglio tecnico-giuridico ha reso il divieto inefficace nei confronti della locataria, poiché la trascrizione nei registri pubblici è l’unico strumento che garantisce l’opponibilità ai terzi acquirenti o conduttori estranei alla stipula originaria del regolamento. 

La decisione conferma un principio consolidato: le limitazioni all’uso delle proprietà esclusive devono essere trascritte per vincolare chi subentra nella titolarità o nel godimento dell’immobile. In assenza di trascrizione, prevale il diritto del proprietario (o del locatario) di utilizzare l’unità immobiliare secondo la propria volontà, purché non arrechi pregiudizio agli altri condòmini. 

Limiti chiari, controversie persistenti

In assenza di un divieto esplicito, l’apertura di una scuola di danza è lecita, purché vengano rispettate le normative sull’inquinamento acustico e le regole condominiali generali. Tuttavia, se il regolamento vieta specificamente tale attività e il divieto è correttamente trascritto, il condominio ha pieno diritto di far cessare l’attività.

Il consiglio per i condomini? Verificare sempre con attenzione il regolamento condominiale e, in caso di controversie, rivolgersi a un professionista esperto in diritto condominiale. Una gestione tempestiva e chiara delle questioni regolamentari può prevenire lunghi e costosi contenziosi.


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