Comprare e ristrutturare vecchi immobili per poi rivenderli sul mercato. Si chiama flipping immobiliare ed è una pratica di investimento che nasce negli Stati Uniti e che si è poi diffusa in tutto il mondo, anche in Italia.

Cos’è il flipping e come muovere i primi passi

Come tutti gli investimenti, anche il flipping comporta dei margini di rischio. In Italia questa pratica  si sta rivelando negli ultimi anni molto redditizia, ma per investire nel modo più sicuro possibile è bene seguire alcune strategie che possono essere affinate con l’esperienza e permettono di ridurre i pericoli a cui ci si espone al minimo.

Il primo passo per iniziare a fare “flipping” è informarsi dettagliatamente sui valori di mercato della zona in cui si intende investire sia tramite le agenzie immobiliari attive sul territorio che consultando gli annunci di vendita sui siti online.

Il mercato segue delle fasi favorevoli o sfavorevoli che possono anche durare degli anni. Se la domanda per nuove case è piuttosto bassa, sarà più difficile realizzare dei buoni investimenti con le compravendite. Una buona strategia può essere quella di scegliere zone della città in cui i prezzi sono in salita, segno di mercato immobiliare favorevole.


Leggi Anche: CROWDFUNDING ONLINE, ECCO COME CAMBIANO GLI INVESTIMENTI SUL MERCATO IMMOBILIARE


Vantaggi e rischi del flipping immobiliare

Una volta effettuato l’acquisto dell’immobile che si intende rimettere a nuovo bisogna ovviamente considerare il fattore della plusvalenza: la differenza tra il prezzo dell’immobile al momento dell’acquisto e quello al momento della vendita.

Questa va sempre considerata, anche a livello di tassazione, nel caso in cui l’immobile acquistato venga rivenduto ad un prezzo più alto entro i primi 5 anni, quando l’immobile è venduto a una persona fisica e non ceduto tramite successione, quando si acquista una seconda casa e la si rivende o quando si acquista un rudere o un terreno con rustico per poi rivenderlo.

Lo stipendio medio per edilizia in Italia è 37.500 euro all’anno. Le posizioni “entry level” percepiscono uno stipendio di 24.000 euro all’anno, mentre i lavoratori con più esperienza possono arrivare a guadagnarne anche 60.000.

Tra i benefici di questa pratica vi è sicuramente la possibilità di ricavare un buon tornaconto economico, che cresce con l’esperienza. Tra i rischi bisogna tenere conto del periodo dedicato alla vendita e alla cessione.

Inoltre bisogna considerare l’esposizione finanziaria con le banche ed i rischi derivati dalla poca conoscenza della zona in cui si vuole attuare l’investimento.

Iscriviti alla newsletter per tenerti aggiornato sulle nostre ultime news