Collaboratrice di Immobiliare.it
Nel contesto di un contratto di affitto, sorgono spesso dubbi riguardo a chi spetti la spesa per l’installazione di nuovi sistemi di sicurezza, come un impianto di allarme.
Analogamente alla questione della porta blindata, la responsabilità delle spese dipende da accordi specifici tra inquilino e proprietario. Approfondiamo di più.
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Il proprietario di un immobile non è obbligato a installare un impianto di allarme. L’inquilino, accettando l’appartamento nello stato in cui si trova al momento della firma del contratto di locazione, non può pretendere che vengano effettuate modifiche o migliorie, salvo diverso accordo scritto.
Di solito, nei contratti di locazione è specificato che qualsiasi miglioria o modifica apportata dall’inquilino debba essere preventivamente autorizzata per iscritto dal proprietario. Senza questa autorizzazione:
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È consigliabile che l’inquilino comunichi al proprietario la volontà di installare un impianto di allarme, cercando di raggiungere un accordo sulle spese da sostenere.
Ad esempio, l’inquilino potrebbe proporre di sostenere interamente la spesa, in cambio della possibilità di rimuovere l’impianto al termine del contratto, o di ottenere un indennizzo per i costi di installazione se il proprietario desidera mantenere l’allarme.
In conclusione, l’installazione di un impianto di allarme in una casa in affitto richiede una chiara comunicazione e un accordo scritto tra inquilino e proprietario. La responsabilità delle spese dipende dagli accordi contrattuali e dalla volontà delle parti di migliorare la sicurezza dell’immobile.
È sempre consigliabile raggiungere un’intesa che soddisfi entrambe le parti, garantendo trasparenza e evitando malintesi futuri.