Collaboratrice di Immobiliare.it
Dal monolocale in centro all’appartamento di ampia metratura in periferia o addirittura fuori città, purché offra un giardino o un terrazzo: questo è il quadro che emerge dallo studio di Bankitalia, che si basa sia sulle interviste alle agenzie immobiliari sia sul flusso degli annunci proprio di Immobiliare.it.
L’approccio al mattone da parte degli italiani è cambiato a causa della pandemia, e la domanda che ora si pongono gli esperti è: quanto durerà questo nuovo trend? Che cosa dobbiamo aspettarci che succeda nelle grandi metropoli nei prossimi anni?
Lo studio, dal significativo titolo “Living on my own”, ha messo in luce come fin dallo scoppio della pandemia sia cambiata la domanda di immobili per quanto riguarda la loro ubicazione sul territorio così come per le caratteristiche strutturali.
Sono stati moltissimi gli italiani che hanno voluto cambiare la propria abitazione e che ancora adesso si orientano verso case ampie e in zone poco congestionate, confidando che lo smart working verrà scelto anche in futuro dai datori di lavoro. Un trend immobiliare, dunque, che pare destinato a durare.
La ricerca di case in zone rurali è cresciuta dell’11% in più rispetto a quella in città, e in generale c’è stato maggiore fermento nei piccoli centri che non nelle metropoli.
Le aree urbane si svuoteranno? Secondo gli esperti no, perché anche in città la ricerca di casa è stata molto alta: si tratta piuttosto di un livellamento. Significativo è inoltre l’esempio di Milano: confrontando le visualizzazioni di annunci immobiliari fra il 2018 e il 2020, si nota uno spostamento dell’interesse verso le aree più periferiche a scapito del centro, dove comprare una casa con la metratura e gli spazi esterni desiderati è alla portata di pochi.
Anche alla luce di ciò, si potrebbe disegnare un nuovo futuro per le città, convertendo ad appartamenti “ariosi” gli spazi destinati ora agli uffici.