Giornalista
Il passaggio dal riscaldamento a gas agli impianti o stufe a biomasse prevede sconti e contributi nazionali e regionali. Ad esempio il pellet, nonostante il raddoppio del costo in un solo anno, conviene più dei combustibili tradizionali. Si risparmia sostituendo un impianto a gas con altri a pellet. In caso di sostituzione dell’impianto il Gestore Servizi Energetici (GSE) rimborsa il 65% della spesa sostenuta a valere sul conto termico.
A questo si aggiungono i Bonus regionali per chi possiede impianti alimentati a biomassa ma intende sostituirli con quelli più efficienti, dalle emissioni ridotte, con classificazione ambientale dalle 4 stelle in su. I contributi a fondo perduto possono coprire fino al 100% della spesa.
Ai bandi regionali rivolti ai residenti del Veneto, dell’Emilia Romagna, del Piemonte e della Lombardia, presto potrebbero aggiungersene altri.
Il Conto Termico è uno strumento di sostegno statale per promuovere l’efficienza energetica e la produzione di energia termica da fonti rinnovabili. Tra gli interventi comuni per i cittadini privati rientrano l’installazione di pannelli solari termici e la sostituzione di caldaie.
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Il meccanismo che è alla base di questo tipo di incentivi è molto semplice: intervenendo sull’efficienza energetica di un edificio si compie un’azione che porterà ad un risparmio economico su un lungo periodo. Gli incentivi statali consentono di fruire di questo risparmio da subito.
Tutti gli interventi incentivabili, e i moduli per richiedere i contributi statali, sono disponibili su questo sito.
L’energia prodotta dagli impianti di riscaldamento a biomassa proviene dalla combustione di sostanze organiche: ad esempio legna, pellet (più conveniente della legna), cippato o altri materiali di scarto delle industrie alimentari o agricole. Sono fonti rinnovabili.
La caldaia a biomassa funziona in modo molto simile rispetto alla caldaia tradizionale a gas; il riscaldamento e l’acqua calda sanitaria per la casa è fornita dalla combustione della biomassa. Il combustibile produce per combustione il calore che viene poi utilizzato per riscaldare l’acqua.
Il costo di un impianto a biomassa può oscillare da 2.500 a 4.500 euro in base al rendimento e alla tipologia di combustibile utilizzato. Ma si può arrivare anche a 10mila euro e oltre. Siccome le biomasse costano meno dei combustibili più inquianti, questo l’investimento si può ammortizzare in breve tempo.
Il pellet è ancora oggi il combustibile più conveniente. Stando ai dati forniti dall’Associazione Italiana Agroforestali (Aiel) in una casa di circa 100 metri quadrati con una stufa a pellet si risparmia il 30% rispetto all’utilizzo del gas naturale.
Tuttavia il prezzo del pellet è in forte risalita a causa della carenza di materiale e dell’aumento della richiesta. I contributi statali e regionali compensano gli aumenti e lo rendono ancora conveniente, anche perché è una risorsa rinnovabile che riduce notevolmente il problema dello smaltimento rifiuti.
Il Bando caldaie Regione Emilia-Romagna prevede ulteriori incentivi, oltre a quelli erogati dal Gse. La Regione eroga fino al 2023 contributi per la sostituzione di un camino aperto, stufa a legna o pellet con nuovi impianti a biomassa di potenza inferiore o uguale a 35kWt almeno di Classe 5 Stelle.
La Lombardia ammette domande per contributi differenti in base all’altitudine dei Comuni. In quelli sopra i 300 metri sul livello del mare sono incentivati anche solo i generatori di calore a 4 stelle, purché con valori di polveri sottili non superiori ai 20 mg/Nm3.
Nei Comuni più bassi il contributo è riconosciuto solo per gli impianti a 5 stelle con valori di polveri sottili non superiori a 15 mg/Nm3. Il bando si chiude il 15 settembre 2023.
Sulla piattaforma Restart è possibile intercettare contributi per cittadini e imprenditori residenti nella regione Veneto.
Misure aperte anche per i residenti piemontesi fino al settembre 2023. Qui il bando per presentare le domande.