Collaboratrice di Immobiliare.it
In un periodo in cui l’attenzione verso il risparmio energetico e la riduzione dell’impatto ambientale sono al centro del dibattito pubblico, l’adozione dell’ora legale permanente tutto l’anno emerge come una proposta di notevole interesse.
Mentre ci si prepara a spostare le lancette un’ora indietro nella notte tra il 26 e il 27 ottobre, per via dell’ora solare, si riaccende il dibattito sull’efficacia e sulle conseguenze di tale pratica.
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L’ora legale è stata introdotta per la prima volta in Italia nel 1916, con alcune sospensioni durante la Seconda Guerra Mondiale, prima di essere ufficialmente adottata nel 1965. Sin dall’inizio, l’obiettivo principale era il risparmio energetico.
Se l’ora legale fosse applicata durante il periodo in cui è in vigore l’ora solare (dal 27 ottobre al 30 marzo), si guadagnerebbe un’ora di luce naturale in più al giorno. Da qui deriva la stima dei risparmi.
La Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) aveva evidenziato che l’adozione dell’ora legale permanente porterebbe un importante risparmio energetico per l’Italia. Stime indicano un minor consumo energetico annuo di circa 720 milioni di kWh, traducendosi in un risparmio economico di 180 milioni di euro sulle bollette energetiche dei cittadini.
Questa riduzione del consumo non solo avvantaggerebbe le tasche degli italiani, ma contribuirebbe significativamente alla lotta contro il cambiamento climatico, anche per via del taglio alle emissioni di CO2 di 200.000 tonnellate annue, equivalente all’assorbimento realizzato da 2 a 6 milioni di nuovi alberi.
Nonostante i benefici economici e ambientali, la questione dell’ora legale non è priva di criticità, soprattutto in termini di salute pubblica. La Sima riporta come il cambio orario influisca negativamente sul ritmo circadiano delle persone, alterando il naturale orologio biologico e provocando conseguenze quali disturbi del sonno, aumento della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca.
Alcuni studi hanno persino evidenziato un legame tra il cambio di orario e un aumento dell’incidenza di attacchi cardiaci e problematiche psicologiche.
Secondo un’analisi di Terna, dal 2003 al 2024, con l’ora legale l’Italia ha registrato un risparmio dell’energia elettrica pari a circa 11,7 miliardi di kWh. Il risparmio economico per i cittadini è stato di circa 2,2 miliardi di euro.
Dopo una consultazione pubblica nel luglio e agosto del 2018, il Parlamento Europeo ha votato con l’84% dei voti a favore l’abolizione dell’obbligo per i paesi membri di cambiare l’ora due volte all’anno. La normativa lascia agli Stati membri la libertà di scegliere il proprio fuso orario, auspicando un coordinamento per minimizzare ripercussioni su commercio e trasporti entro la fine del 2021. Nessun paese dell’Unione Europea ha ancora preso una decisione definitiva, Italia compresa.
L’adozione dell’ora legale tutto l’anno in Italia potrebbe rappresentare un passo importante verso un modello di consumo energetico più sostenibile e un ambiente più salubre. Tuttavia, la decisione richiede un’attenta valutazione di tutti gli impatti per garantire che i benefici superino le potenziali ripercussioni negative.