Link copiato!
Link copiato!
una persona fa il trasloco
Tasse, Imposte e Normative 13 dicembre 2024

Quando è possibile la rinuncia alle agevolazioni sulla prima casa?


Perché non è possibile rinunciare alle agevolazioni sulla prima casa e quali eccezioni sono previste: ecco cosa sapere.
author-avatar
Sara Mostaccio

Giornalista

Se hai acquistato un immobile e hai ottenuto l’agevolazione “prima casa”, hai 18 mesi di tempo per trasferire la residenza al nuovo indirizzo. Se non lo fai, rischi di perdere l’agevolazione e incorrere in sanzioni.

Ma quando è possibile rinunciare alle agevolazioni sulla prima casa? Scopriamo casistica e legislazione.

Agevolazioni prima casa non revocabili

Secondo le norme fiscali e le precisazioni dell’Agenzia delle Entrate, le agevolazioni sulla prima casa non sono revocabili una volta acquisite. Una volta che l’acquirente dichiara di essere in possesso dei requisiti necessari per ottenere i benefici, non può tornare indietro.

Una sentenza della Cassazione (n. 8784/2000) specifica che la richiesta dei benefici, e la seguente concessione, equivale a un vincolo. Non si può rinunciare al beneficio acquisito neanche se si intende acquistare un nuovo immobile. La rinuncia volontaria, dunque, non è prevista.

Perché non si può rinunciare alle agevolazioni

Il principio secondo cui le agevolazioni sulla prima casa non sono revocabili risponde a un criterio di stabilità fiscale e ha lo scopo di evitare abusi.

Visto che chi richiede l’agevolazione ne ricava un vantaggio fiscale, non è consentito attuare modifiche a proprio piacimento: come accennato, il beneficio legato allo specifico immobile risulta vincolante.

Decadenza dei benefici

Il beneficio tuttavia può decadere se chi l’ha richiesto non sposta la residenza entro i tempi previsti, fissati in 18 mesi dalla data in cui si ottiene l’agevolazione. Se l’obbligo di trasferire la residenza non viene rispettato, o l’acquirente non è in grado di trasferirsi entro il termine previsto, l’agevolazione si perde.

L’acquirente è in quel caso tenuto a versare la differenza d’imposta e incorre in sanzioni.

Eccezioni: la Risoluzione n. 105 del 2011

Con la Risoluzione n. 105 del 2011, l’Agenzia delle Entrate ha stabilito un importante precedente consentendo a un contribuente che aveva ottenuto l’agevolazione prima casa di rinunciare ai benefici, a patto di colmare la differenza d’imposta.

Se i 18 mesi non sono trascorsi, e l’acquirente non è in grado di trasferire la residenza, è possibile revocare l’agevolazione ottenuta in fase di acquisto.

La differenza di imposta

L’acquirente che rinuncia all’agevolazione, come nel caso appena illustrato, deve presentare regolare richiesta presso l’ufficio che ha registrato la compravendita e richiedere un nuovo calcolo delle tasse per pagare la differenza d’imposta. La tassazione sulla prima casa ammonta al 2% mentre quella normale al 9%.

L’acquirente deve versare la differenza e gli interessi maturati dall’atto d’acquisto. Se i 18 mesi non sono trascorsi, può farlo senza incorrere in sanzioni.

Se, invece, dall’atto di acquisto sono trascorsi i 18 mesi, l’acquirente può servirsi del cosiddetto ravvedimento operoso impegnandosi a versare la differenza d’imposta e una sanzione ridotta

Richiesta di agevolazione per una nuova casa

Una volta che si rinuncia all’agevolazione sulla prima casa, non è possibile acquistare un altro immobile e beneficiare delle stesse agevolazioni già ottenute sul precedente acquisto, a meno che la prima casa non sia inagibile o non venga messa in vendita.

Iscriviti alla newsletter per tenerti aggiornato sulle nostre ultime news
Articoli più letti
Guide più lette
Contatta la redazione
Per informazioni, comunicati stampa e richieste scrivici a redazione@immobiliare.it