Lo sfratto è un provvedimento legale attraverso il quale il proprietario di un immobile richiede il rilascio dell’immobile stesso da parte dell’inquilino. Le ragioni possono essere molteplici: morosità nel pagamento dell’affitto, fine del contratto di locazione, uso improprio dell’immobile o altre violazioni contrattuali.

La procedura inizia con una notifica di sfratto, che viene inviata all’inquilino per informarlo della necessità di lasciare l’abitazione entro una certa data. Questo avviso è un documento legale e, per avere validità, deve essere consegnato in maniera tracciabile, solitamente attraverso un ufficiale giudiziario o una raccomandata con ricevuta di ritorno.

Notifica di sfratto non ritirata: le conseguenze

Quando una notifica di sfratto non viene ritirata, possono sorgere diversi problemi per l’inquilino. Anche se la notifica non viene fisicamente ricevuta, ciò non significa che il processo di sfratto sia sospeso o annullato. Infatti, una notifica inviata tramite raccomandata si considera valida anche se non ritirata. Questo principio è noto come “presunzione di notifica” e prevede che, anche se l’inquilino non ritira la raccomandata, non si impedisca il proseguimento della procedura di sfratto. L’ufficiale giudiziario può certificare che la notifica è stata effettuata, e il tribunale procederà come se l’inquilino ne fosse a conoscenza.

Accumulo di morosità e spese legali

Ignorare una notifica di sfratto non impedisce inoltre l’accumulo di debiti. Se lo sfratto è dovuto a morosità, il mancato pagamento dell’affitto continuerà a generare un debito crescente. Inoltre, le spese legali sostenute dal proprietario per avviare e portare avanti la procedura di sfratto potrebbero essere addebitate all’inquilino, aggravando ulteriormente la situazione economica.

Tempi e procedure successive

La trafila legale per riottenere l’immobile può però essere lunga. Inizialmente, l’inquilino ha un mese di tempo per ritirare la raccomandata presso l’ufficio postale. Se non la ritira, si procede con l’atto di sfratto, che include la citazione a comparire in tribunale per la convalida. Questo passaggio aggiunge un altro mese, portando a due mesi il tempo trascorso senza risposta dall’inquilino.

Se l’inquilino non si presenta o non fa opposizione, il giudice stabilisce una data per lo sfratto. Anche quando il giudice stabilisce lo sfratto, questo non può avvenire prima di un mese dall’udienza di convalida. Successivamente, ci sono 10 giorni per notificare l’atto di precetto. Se l’inquilino ignora anche questa notifica, ha un altro mese di tempo per ritirarla presso l’ufficio postale. Se l’inquilino ignora il preavviso di sfratto notificato dall’Ufficiale giudiziario, il proprietario deve prenotare una data per l’esecuzione materiale dello sfratto.

L’esecuzione materiale dello sfratto comporta che il proprietario si rechi insieme all’Ufficiale giudiziario e a un fabbro per sostituire la serratura. Fino a quel momento, l’inquilino può vivere nell’appartamento senza pagare per almeno sei mesi. Infine, una volta eseguito lo sfratto, il proprietario diventa custode dei beni lasciati dall’inquilino. 

Ulteriori complicazioni

Se l’inquilino si presenta invece in tribunale e fa opposizione, la procedura si allunga ulteriormente. In questo caso, il giudice può stabilire un tentativo di conciliazione o una nuova data di udienza. Inoltre, se l’inquilino chiede il termine di grazia per pagare il canone arretrato, la procedura si prolunga di ulteriori 90 giorni.