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La TARI è un tributo locale destinato a finanziare i costi del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani. Ogni occupante di un immobile, sia proprietario che affittuario, è tenuto a pagarla, indipendentemente dalla quantità di rifiuti effettivamente prodotti. L’importo della TARI viene calcolato in base alla superficie dell’immobile e al numero di componenti del nucleo familiare, comprendendo sia una quota fissa che una variabile. La scadenza per il pagamento dell’ultima rata di quest’anno è fissata per la fine di dicembre 2024, ma esistono possibilità per ridurre l’importo dovuto nel prossimo anno. Ecco cosa c’è da sapere.
La Tassa sui Rifiuti (TARI) è un tributo comunale introdotto in Italia nel 2014, con l’obiettivo di finanziare i costi relativi al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani. Prima della TARI, esistevano altre forme di tassazione come la TARSU (Tassa per lo Smaltimento dei Rifiuti Solidi Urbani) e la TIA (Tariffa di Igiene Ambientale).
La TARI viene calcolata in base alla superficie dell’immobile e al numero di occupanti. Ogni Comune stabilisce una tariffa unitaria per metro quadrato, che viene moltiplicata per la superficie dell’immobile. Successivamente, si applica una quota variabile in base al numero di componenti del nucleo familiare. Il totale della TARI è quindi la somma di queste due componenti.
Supponiamo che un appartamento di 80 m² abbia una tariffa unitaria di €2 m². La componente fissa sarà quindi 80 m² x €2 = €160. Se il nucleo familiare è composto da 3 persone e la quota variabile è di €5 per persona, la componente variabile sarà 3 x €5 = €15. Pertanto, la TARI totale sarà €160 + €15 = €175.
La TARI è dovuta da chiunque possieda o detenga a qualsiasi titolo locali o aree scoperte suscettibili di produrre rifiuti urbani. Sono quindi esclusi dal pagamento della TARI i soggetti che non possiedono o detengono tali immobili.
La legge prevede una riduzione obbligatoria della TARI del 40% per le zone in cui non è effettuata la raccolta dei rifiuti. In questi casi, l’imposta dovuta sulla base della tariffa deliberata dal Comune non deve essere superiore al 40% della tariffa ordinaria. Il Comune può anche graduare la tariffa in relazione alla distanza dal più vicino punto di raccolta.
È previsto uno sconto obbligatorio del 20% della TARI nei seguenti casi:
Oltre alle riduzioni obbligatorie, i Comuni possono prevedere riduzioni facoltative della TARI, come ad esempio:
Se l’importo della TARI calcolato dal Comune non viene ritenuto corretto, il contribuente ha il diritto di contestare la somma richiesta. In questo caso, è possibile presentare un’istanza di autotutela, che deve essere inviata entro 60 giorni dal ricevimento della comunicazione del tributo. La richiesta può essere inoltrata telematicamente tramite il fascicolo del cittadino, consegnata direttamente al protocollo del Comune o inviata tramite raccomandata con ricevuta di ritorno. È importante verificare i dettagli con il proprio Comune, poiché le modalità di presentazione possono variare a seconda della località.
Anche se si è residenti all’estero, se si possiede un immobile in Italia suscettibile di produrre rifiuti urbani, si è tenuti al pagamento della TARI. Tuttavia, alcuni Comuni possono prevedere riduzioni o esenzioni per i pensionati residenti all’estero, a condizione che siano titolari di una pensione erogata in regime di convenzione internazionale con l’Italia.
A partire dal 2025, sono previste alcune modifiche nella disciplina della TARI, tra cui:
È importante consultare il proprio Comune per informazioni aggiornate sulle modifiche previste e sulle eventuali azioni da intraprendere.
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