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Mutui agevolati per la prima casa? Sì, ma solo per i residenti da almeno cinque anni. È questo il requisito richiesto in Valle d’Aosta per l’acquisto della prima casa e contestato davanti al giudice.
La condizione attuata in Valle d’Aosta è stato ritenuta discriminatoria e dovrà essere modificata.
A dirlo la prima sezione civile del tribunale di Torino che, chiamata a esprimersi dall’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (Asgi), ha ordinato alla Regione Valle d’Aosta di intervenire modificando le disposizioni circa la richiesta di mutuo agevolato per la prima casa.
L’ammenda per il ritardo
Il requisito di residenza protratta di un minimo di cinque anni è stato dichiarato discriminatorio e non può sussistere.
Il giudice ha inoltre prescritto una multa qualora la regione non agisse con la dovuta prontezza e “per ogni giorno di ritardo nell’adempimento dell’obbligo, la Regione dovrà pagare cento euro all’Asgi”.
La questione di legittimità costituzionale
Il tribunale di Torino ha anche dichiarato “rilevante e non manifestatamente infondata” la questione di legittimità costituzionale dell’articolo n.80 della legge regionale 3/2023, poiché per l’accesso al mutuo agevolato per il recupero dei fabbricati richiede il requisito della cittadinanza italiana o europea e quello della residenza in Regione per almeno 8 anni.
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Le dichiarazioni
Sulla questione si è espressa anche Adu Vda (Ambiente Diritti Uguaglianza, Valle d’Aosta) che in una nota ha dichiarato: “L’affaire dei bandi per la casa era stato sollevato in diverse occasioni sia da Adu Vda, sia dalle associazioni antirazziste. Gli autonomisti e il Pd hanno però preferito perseverare nell’errore e nella discriminazione tra i diversi cittadini“.
Adu aggiunge che “anche per il bando mutui, così come accaduto per il bando affitti, una maggioranza cieca e arrogante non ha considerato i rilievi dell’associazionismo e il tribunale di Torino ha bocciato i provvedimenti della giunta”.
Il partito della sinistra ambientalista valdostano sottolinea che “la Costituzione e il principio di uguaglianza valgono anche per la nostra Regione: lo Statuto di specialità non può essere una patente per fare peggio degli altri”.