Più erogazioni di mutui ai giovani. Le agevolazioni sui prestiti per la prima casa agli under 36 stanno spingendo in alto il mercato immobiliare. Non a caso, le agevolazioni sono state prorogate fino al 31 dicembre 2022 (dal 30 giugno iniziale). 

La Relazione annuale 2021 della Banca d’Italia diffusa il 31 maggio scorso fotografa in dettaglio questa tendenza. “Nel 2021 l’espansione dei mutui è proseguita a ritmi sostenuti. Il loro tasso di crescita è più che raddoppiato, al 5 per cento”.

Si legge, ancora: “La redditività delle banche è cresciuta, tornando sui livelli degli anni precedenti l’emergenza sanitaria, principalmente per la riduzione del flusso delle rettifiche di valore sui prestiti che era stato molto elevato nel 2020”.

Secondo i dati della Concessionaria servizi assicurativi pubblici (Consap), i finanziamenti concessi con garanzia a valere sul Fondo prima casa a richiedenti di età inferiore ai 36 anni nel 2021 sono stati complessivamente circa 32mila, per un valore di quasi 4 miliardi (2,6 nell’anno precedente). 

Le agevolazioni per i giovani

Il decreto Sostegni bis ha previsto diverse agevolazioni in favore dei giovani con meno di 36 anni, e con un valore dell’Isee non superiore a 40mila euro annui, che scelgono di acquistare la prima casa con mutuo.


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Per loro, è prevista l’esenzione dall’imposta di registro, ipotecaria e catastale. In caso di acquisto soggetto a Iva, è riconosciuto un credito d’imposta di ammontare pari al tributo corrisposto in relazione all’acquisto. Sono esenti anche dall’imposta sostitutiva per i finanziamenti erogati per l’acquisto, la costruzione e la ristrutturazione di immobili ad uso abitativo.

Più giovani e donne al lavoro

Questa tendenza è accelerata dalla ripresa del mercato del lavoro. Nella Relazione, si legge che “La partecipazione al mercato del lavoro è significativamente aumentata specialmente tra i giovani e le donne, che più avevano abbandonato la ricerca di un impiego per via delle scarse prospettive di successo e dei vincoli connessi con il contenimento dei contagi”.

Il vero ostacolo sembra essere di tipo demografico: l’Italia è un Paese dal tasso di natalità stagnante dove le famiglie sono sempre meno numerose. Gli stranieri, di fatto, stanno mettendo le toppe a un tessuto demografico e socio-economico da tempo sfilacciato. Le dinamiche demografiche continuano a limitare l’espansione del numero di persone attive, in particolare per la riduzione della popolazione in età da lavoro. 

* Questo contenuto ha scopo informativo e non ha valore prescrittivo. Per un’analisi strutturata su ciascun caso personale si raccomanda la consulenza di professionisti abilitati.

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