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Uno degli aspetti con cui i contribuenti di tutta Europa hanno dovuto fare i conti nel corso degli ultimi anni riguarda l’andamento dei tassi di interesse sui mutui. A determinare la salita o la discesa di questi valori è la Banca centrale europea (BCE), che dalla sua sede di Francoforte stabilisce i valori da considerare per calcolare le quote di interesse sui prestiti.
Vediamo allora come influiscono queste variazioni sul valore dei mutui che in molti hanno sottoscritto con le banche e gli istituti di credito.
Aumento dei tassi di interesse, cosa accade alle rate di mutui e prestiti?
Per fare un po’ di chiarezza, basta osservare le diciture che identificano le diverse tipologie di prestito che è possibile sottoscrivere.
Da una parte abbiamo i mutui a tasso fisso, che non risentono in alcun modo delle oscillazioni degli interessi stabilite dalla Banca centrale europea. Infatti, per questa tipologia di prestito, l’interesse che il cliente deve pagare viene stabilito al momento della firma del contratto.
Le cose cambiano invece per quanto riguarda i mutui a tasso variabile, che risentono in maniera importante proprio degli aumenti decretati dalla BCE.
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Mutuo a tasso fisso o variabile, cosa cambia al variare dei tassi di interesse
Come accennato in precedenza, a differenza di quanto accade con i prestiti a tasso fisso (che, ribadiamo, non subiscono alcuna variazione conseguente alle decisioni della Banca centrale europea), i mutui a tasso variabile risentono dell’aumento dei tassi di interesse.
Infatti, essendo classificati come prodotti instabili, vedono aumentare il valore delle rate intestate al contraente quando i vertici di Francoforte decidono di aumentare i tassi di interesse. Cosa che, ribadiamo, non accade con i prestiti a tasso fisso.