Nel panorama finanziario sempre mutevole degli investimenti, il crowdinvesting è stato a lungo uno dei protagonisti indiscussi, promettendo opportunità di crescita senza precedenti per investitori di ogni livello. Tuttavia, l’ultimo anno ha portato venti di cambiamento in questo settore. Secondo il recente report del Politecnico di Milano, il crowdinvesting ha subito una significativa contrazione.

Analizziamo i dati e le tendenze che emergono dal report, cercando di capire le ragioni di questo calo e le implicazioni che esso potrebbe avere per gli investitori e l’industria nel suo complesso.

Cos’è il crowdinvesting

Nell’ambito del crowdfunding, il crowdinvesting è emerso come una forma imprenditoriale che consente a persone fisiche e a investitori – sia istituzionali che professionisti – di partecipare a una raccolta di risorse per un progetto imprenditoriale attraverso una piattaforma digitale, ricevendo in cambio una remunerazione del capitale.

Gli esperti identificano tre tipi principali di crowdinvesting:

All’interno del report del Politecnico si parla anche di real estate crowdfunding, o crowdfunding immobiliare, che permette agli investitori di finanziare progetti imprenditoriali legati al settore immobiliare.

I dati del report del PoliMi

Negli ultimi 12 mesi, il mercato ha registrato una lieve contrazione, segnando la sua prima battuta d’arresto con 343,79 milioni di euro raccolti, pari a una diminuzione dell’1%. Questa frenata potrebbe preoccupare, tuttavia è bene sottolineare che il valore cumulato storico, risalente al 2014, è cresciuto in modo significativo, raggiungendo 1,21 miliardi di euro. Questi dati emergono dall’ottava edizione del report italiano sul crowdinvesting, redatto dall’osservatorio della School of Management del Politecnico di Milano.

Il report rivela che nell’equity crowdfunding la raccolta annuale è scesa dell’11% per i progetti non immobiliari, raggiungendo 86,64 milioni di euro, ma è aumentata del 28% per quelli immobiliari. Al contrario, la raccolta di minibond è diminuita, toccando solo 20,82 milioni di euro. I portali di lending hanno prestato 24,76 milioni alle persone fisiche e 155,15 milioni alle imprese, di cui 39,36 milioni dai portali generalisti e 115,79 milioni (+39%) dai portali specializzati nell’immobiliare.

Giancarlo Giudici, direttore scientifico dell’osservatorio, sottolinea che siamo a un punto di svolta nel crowdfunding. Questo è dovuto all’entrata in vigore del nuovo regolamento ECSP, previsto per il 10 novembre, che introduce importanti novità come una più ampia raccolta di capitale di rischio e nuovi requisiti di trasparenza e informativa per gli investitori. Inoltre, il settore ha registrato il primo calo nella raccolta annuale, specialmente nell’equity crowdfunding e nei minibond, durante il primo semestre del 2023, mentre i progetti immobiliari nel lending hanno sostenuto il mercato.

Crowdfunding immobiliare in ascesa

In contrasto con i dati in lieve discesa, il real estate crowdfunding continua a prosperare in Italia, come previsto dagli esperti. Questi progetti, di solito a breve e medio termine, mirano a riqualificare o creare da zero proprietà immobiliari con successiva vendita. Il crowdfunding ha un ruolo chiave nel finanziamento iniziale grazie alla rapidità di raccolta e all’assenza di garanzie reali.

Nel corso dell’ultimo anno, i progetti di crowdfunding immobiliare hanno raccolto 178,67 milioni di euro, un aumento del 40% rispetto al periodo precedente. Il rendimento medio annuale offerto è aumentato al 13,72% per le offerte equity, mentre è leggermente calato al 9,69% per quelle lending nel primo semestre del 2023.

In conclusione, nonostante una battuta d’arresto, il settore del crowdinvesting in Italia mostra segnali di resilienza e adattamento alle sfide emergenti. Con nuovi regolamenti europei in arrivo e un mercato in evoluzione, il futuro del crowdinvesting nel Paese potrebbe ancora riservare sorprese e opportunità per investitori e imprenditori.

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