In attesa dell’insediamento del nuovo Governo, iniziano a circolare alcune indiscrezioni sulle misure che faranno parte della legge di Bilancio.

Per ora, abbiamo solo una certezza: i bonus edilizi resteranno, non verranno certo eliminati, ma siamo quasi sicuri di affermare che sarà messa in atto una “cura dimagrante” sulle aliquote delle singole agevolazioni fiscali.

Subito dopo l’entrata in vigore, la nuova agevolazione fiscale ha mostrato i suoi limiti. Infatti, il legislatore si è visto costretto ad intervenire più volte con delle misure di contrasto alle frodi fiscali messe in atto proprio attraverso lo sfruttamento della chance di cessione del credito.

L’obiettivo, come già anticipato dai programmi elettorali dai partiti di maggioranza, è quello di accorpare i vari bonus casa, con un’aliquota stabilita intorno all’80%.

Superbonus: le nuove aliquota proposte

Il nuovo Premier, come anticipato, punterà a tenere le misure di sostegno, che saranno però tagliate o accorpate.

Il 110%, in base alle attuali regole, resterebbe in vigore soltanto un altro anno, fino alla fine del 2023.

Le modifiche potrebbero coinvolgere prima e seconda abitazione. In quest’ultimo caso, si parla di dimezzare o ridurre l’aliquota fra il 50% e il 65%. Prevista anche una organica riforma i bonus edilizi.


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Una tabella con le eventuali modifiche in tema di Superbonus 110%

In questo riquadro, riportiamo le eventuali modifiche in tema di Superbonus 110% a partire dal 2024.

Abitazioni primarie 80%.
Seconde case Fra il 50% e il 65%.
Tipologia di agevolazione Per le spese sostenute per i lavori svolti su un massimo di due unità immobiliari.
Limiti dell’agevolazione L’agevolazione non si applica alle spese sostenute per gli interventi sulle parti comuni dell’edificio.
Clausola di salvaguardia per gli “esodati del 110%” Verrà introdotta una clausola di salvaguardia applicabile solo alle pratiche già autorizzate.
Limiti reddituali Potrebbe anche paventarsi la possibilità di legare il bonus edilizio alla situazione reddituale del committente. Quindi, accesso allo sgravio, solo se il reddito del committente rientra in determinate soglie.

Sul meccanismo della cessione del credito, più volte attenzionato, da ultimo anche dall’Agenzia delle Entrate, non si escludono nuovi interventi legislativi.

Non ci rimane che attendere l’insediamo del nuovo esecutivo, per conoscere le sue intenzioni.

* Questo contenuto ha scopo informativo e non ha valore prescrittivo. Per un’analisi strutturata su ciascun caso personale si raccomanda la consulenza di professionisti abilitati.

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