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Avevamo già parlato del Bonus mobili, l’incentivazione fiscale per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici efficienti dal punto di vista energetico. In un primo momento la manovra, nella versione licenziata ormai quasi due mesi fa dal Consiglio dei Ministri, aveva previsto un ridimensionamento della misura per il 2022, con il tetto di spesa che passava da 16.000 a 5.000 euro.
Ma c’è stata una parziale retromarcia del Parlamento: infatti, come twittato anche da Caterina Bini, sottosegretaria ai Rapporti con il Parlamento, durante l’iter dei lavori in Commissione Bilancio al Senato, il tetto di spesa è stato nuovamente innalzato, passando dai 5.000 euro inizialmente previsti a 10.000 euro.
Il Bonus prevedeva una detrazione Irpef al 50% delle spese “per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici di classe non inferiore alla A+ (A o superiore per i forni e lavasciuga), destinati ad arredare un immobile oggetto di ristrutturazione” (definizione dell’Agenzia delle Entrate).
La manovra ha rimodulato la detrazione in due modi: in primis si è valutato di allargare la misura alle spese sostenute negli anni 2022, 2023 e 2024, fermo restando che gli acquisti incentivati sono solo quelli finalizzati all’arredo di un immobile oggetto di ristrutturazione.
In secondo luogo, la detrazione (da ripartire in dieci quote annuali), che secondo la prima proposta sarebbe stata da calcolare su una spesa massima di 5.000 euro, grazie alla modifica proposta e accolta, sale a quota 10.000 (sempre a condizione che gli interventi di recupero del patrimonio edilizio siano iniziati a partire dal 1° gennaio dell’anno precedente a quello dell’acquisto).
Il pagamento va effettuato con bonifico o carta di debito o credito. Il limite dei 10.000 euro riguarda la singola unità immobiliare, comprensiva delle pertinenze, o la parte comune dell’edificio oggetto di ristrutturazione. Da ciò ne consegue che il contribuente che esegue lavori di ristrutturazione su più unità immobiliari avrà diritto più volte al beneficio.