Collaboratrice di Immobiliare.it
Le regioni Sardegna, Piemonte, Basilicata e la provincia di Treviso hanno già avviato iniziative per l’acquisto dei crediti Superbonus. Questa è una delle soluzioni proposte per evitare il fallimento di professionisti ed imprese che, dopo aver praticato lo sconto in fattura e acquisito il relativo credito fiscale, non riescono a smaltirlo per la congestione del sistema.
Infatti, secondo l’Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE), ogni miliardo di crediti bloccati ferma 6mila interventi.
L’intento della regione Sardegna sarebbe quello di acquistare dei crediti Superbonus dalle banche e di procedere al loro utilizzo in compensazione.
Infatti, come previsto da un emendamento alla finanziaria regionale, la Regione non avrebbe un costo finanziario, perché il programma di acquisto garantirebbe un veloce utilizzo in compensazione e verrà anche attuato un programma di garanzie che favorirà la negoziazione dei crediti tra privati.
L’acquisto crediti Superbonus muove già i primi passi nella Provincia di Treviso. L’Ente ha avviato l’operazione di acquisto dei crediti corrispondenti al Superbonus e agli altri bonus edilizi, per usarli in compensazione dei propri oneri fiscali nei prossimi anni.
In dettaglio, la Banca Popolare Sant’Angelo e la Banca di Credito Cooperativo di Cherasco hanno ceduto crediti Superbonus e bonus edilizi pari a 14,5 milioni di euro.
La Provincia di Treviso otterrà, così, un risparmio in termini di spesa corrente pari a quasi 1 milione di euro, che sarà utilizzato per finanziare altre voci di spesa del bilancio in modo che le banche, prossime alla saturazione della capacità fiscale, potranno riprendere o incrementare gli acquisti di nuovi crediti da famiglie e imprese.
Attraverso la finanziaria FinPiemonte, la Regione Piemonte intende acquistare dalle banche e dagli intermediari finanziari crediti per un importo di circa 50 milioni di euro all’anno.
Tali crediti saranno poi utilizzati per compensare gli oneri fiscali nei confronti dello Stato. I crediti che verranno acquistati saranno solo quelli certificati dall’Agenzia delle Entrate e non quelli dalle imprese private per evitare di dover condurre accertamenti e verifiche.
Inoltre, tali crediti deriveranno solamente da lavori svolti sul territorio piemontese e non soggetti a contenziosi.
Anche la Basilicata ha avviato una ricognizione per valutare la fattibilità dell’acquisto dei crediti Superbonus e corrispondenti agli altri bonus edilizi e del loro utilizzo in compensazione.
È stato calcolato che gli investimenti incentivati dai bonus edilizi ammontano a circa 890 milioni di euro e, al momento, si stanno raccogliendo le informazioni sui crediti giacenti presso il circuito bancario.
In Campania è stata presentata una proposta di legge che prevede l’istituzione di un Fondo di circolazione dei crediti per il quale è autorizzata, per ciascuno degli anni dal 2023, 2024 e 2025, una spesa di 100 milioni di euro.
ANCE ritiene che, se il Governo non farà fronte al problema con una soluzione efficace in poco tempo, ogni miliardo di crediti incagliati produrrà il blocco di circa 6mila interventi, tra unifamiliari e condominiali, con rischio di fallimento di almeno 1.700 imprese di costruzioni e la perdita di circa 9mila occupati.
Sempre secondo un’ipotesi dell’ANCE, uno stock di crediti fiscali bloccati per oltre 15 miliardi di euro provocherebbe effetti macroeconomici estremamente preoccupanti come fallimento di imprese, con una stima di 25mila, incremento del numero di disoccupati nel campo dell’edilizia, la proiezione è di 130mila, e problemi su 90mila cantieri.