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Fondato nel Medioevo, intorno all’anno Mille, il centro storico di Sanremo visto dall’alto appare come un gomitolo di cerchi concentrici, fatti da vicoli stretti e ripidi (i caruggi liguri), piazzette, scale e gradinate, passaggi coperti e case a schiera. Non è difficile immaginare perché la zona più antica della “città dei fiori” (come viene chiamata Sanremo) si è guadagnata il soprannome di “La Pigna“. Qui la popolazione cittadina trovava riparo dagli attacchi esterni, in questo quartiere fortificato abbracciato da tre cinte murarie a meno di un chilometro dal mare.
Oggi, La Pigna è un ponte tra passato e presente: custodisce storie e tradizioni, ma al tempo stesso brulica di vita, grazie a un processo di riqualificazione che l’ha riportato in auge, tra alberghi, negozi, bar e ristoranti – oltre, naturalmente, al celeberrimo Teatro Ariston.
Ecco un itinerario tra le attrazioni imperdibili alla scoperta della Pigna sanremese.
La passeggiata nella Pigna non può che cominciare dalle Porte di Santo Stefano, archi di pietra costruiti nel Trecento in stile gotico che fungono da divisione tra la città moderna e quella antica.
Le porte si susseguono a breve distanza l’una dall’altra e ognuna di esse è stata realizzata contemporaneamente all’edificazione delle varie cerchie di mura in seguito all’ampliamento della città nel corso dei secoli, tutte costruite per difendere la città dalle incursioni dei pirati e barbari.
Nella Piazza dei Dolori si possono ammirare blasoni medievali intorno a suggestivi portici e a un dedalo di vicoli che conduce salita verso la cima della Pigna.
Qui è posto anche l’oratorio dedicato a San Sebastiano, detto anche della Madonna dei Sette Dolori e, di fronte, si erge il palazzo Gentile-Spinola, un tempo residenza di vacanza della potente famiglia dei podestà di Genova, ora di proprietà comunale.
L’oratorio di San Sebastiano è stato costruito nel ‘500 ed è uno degli edifici religiosi sanremesi meglio conservati nella Pigna e più significativi del primo Rinascimento.
Posto nella piazza dei Dolori, venne eretto successivamente alla peste del 1502, per ringraziare il martire romano che aveva protetto la città contro il contagio.
Piazza Santa Brigida è un ampio spazio molto usato dagli abitanti della Pigna e dai turisti come luogo di incontro, mercatino e cinema all’aperto in estate.
L’omonima chiesa, oggi sconsacrata, è stata trasformata in un centro culturale ed è sede di vari eventi, musicali e culturali.
L’oratorio di San Costanzo rappresenta ciò che è rimasto dell’antichissima Chiesa dei SS. Pietro e Paolo distrutta dal terremoto del 1887: ne conserva però ancora l’altare, una pala dipinta da Domenico Piola e l’organo.
Ricostruito poi nel 1897, fu dedicato dagli abitanti al martire Tebèo Costanzo perché si diceva proteggesse dalle febbri.
Vi sono conservate le reliquie di un suo braccio ed una mandibola chiusi in una teca. L’oratorio conserva anche il corpo del santo guerriero Faustino, protettore dei fioristi.
I Giardini Regina Elena vennero realizzati in onore della Regina Elena di Montenegro, moglie del re Vittorio Emanuele III, ospite abituale della città dei fiori.
Il parco occupa una posizione strategica grazie ad una vista panoramica sulla vecchia Sanremo e sul golfo.
Il Santuario di Nostra Signora della Costa è uno dei luoghi più cari ai sanremesi.
Costruito in stile barocco nel 1630 circa, si trova in una delle più belle posizioni panoramiche della città di Sanremo.
La facciata è semplice, con un’edicola dove è ritratta l’Assunta con ai lati le effigi marmoree di San Siro e San Romolo.
La costruzione fu dovuta ad un marinaio che, salvatosi miracolosamente dai pirati, aprì una sottoscrizione per ringraziare la Madonna della Costa, che già aveva fama di proteggere dai pericoli del mare.
La suggestiva piazza tardo medievale della Cisterna è un esempio di abilità ingegneristica e di saggezza urbanistica che è riuscito a fare fronte alla mancanza di sorgenti d’acqua con un sistema perfetto di raccolta e smistamento delle acque piovane.
Infatti, dalla grande cisterna posta sotto il selciato della piazza, canali di diversa portata rifornivano infatti le cisterne più piccole degli altri rioni.
Questa chiesa di origine seicentesca è stata ultimata nell’800 ed è tra le più sfarzose del borgo ospita infatti ricche decorazioni, affreschi, statue, marmi e stucchi, ed opere di pregio come l’altare maggiore, opera dell’ingegnere Soli, lo stesso che ha progettato alcune delle ville più eleganti della città.
Al centro del presbiterio, un altro altare di pietra, con decorazioni scolpite in bassorilievo che somiglia ad un antico sarcofago ma è in realtà un abbeveratoio per cavalli e muli, che il Comune aveva collocato nel 1928 presso la stazione ferroviaria, dove c’era il parcheggio delle carrozze, ma che venne poi spostato in chiesa quando fecero il loro ingresso in città le automobili.
Anche il fonte battesimale accanto alla cappella di destra, era un pozzo da giardino e la piastrella esagonale di marmo giallo vicino al confessionale custodisce una conchiglia fossile.
In passato Via Palma era la via principale della Pigna, su cui si affacciavano le abitazioni delle famiglie più illustri, come la famiglia Manara al numero 21 dove la notte tra il 17 e il 18 maggio del 1538 venne ospitato Papa Paolo III durante il suo viaggio verso Nizza, dove presenziò alla sottoscrizione di una tregua decennale tra Carlo V e Francesco I.
Palazzo dei Conti Sapia Rossi è noto perché ospitò nel 1794 il generale Napoleone Bonaparte, come ricorda l’iscrizione.
La Torre Saracena è uno dei monumenti più celebri di Sanremo: serviva nel XVI secolo a difendere la città dagli attacchi dei corsari barbareschi provenienti dal Medio Oriente e dal nord Africa.
Il bastione venne costruito nel 1550, quando le autorità comunali, in seguito al moltiplicarsi delle incursioni barbaresche, decisero di rinforzare le mura cittadine attraverso l’erezione dell’attuale torre.
Ormai la torre è isolata della Pigna e si presenta con una forma circolare e slanciata, mentre l’interno è formato da un unico spazio con volte a botta forse occupato da un corpo di guardia nelle occasioni di maggiore pericolo.