Articolista giuridico
La recente modifica alla Direttiva dell’Unione Europea, riguardante le cosiddette “Case Green“, rappresenta un importante sviluppo nel campo della normativa edilizia e del risparmio energetico a livello europeo. L’accordo raggiunto il 7 dicembre tra il Consiglio dell’Unione Europea e il Parlamento Europeo, nel quadro del trilogo sulla revisione della direttiva Energy Performance of Buildings Directive, si caratterizza da un approccio più moderato e realistico.
Infatti, si è passati da una linea rigida in cui si imponeva una ristrutturazione uniforme a livello europeo, ad un approccio più soft in cui ogni Stato membro adotterà una propria strategia nazionale per ridurre il consumo medio di energia primaria negli edifici residenziali.
Gli obiettivi fissati sono una riduzione del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035. Nel quadro della revisione del 2028, la Commissione europea valuterà se l’applicazione della direttiva, ha prodotto gli effetti desiderati verso il raggiungimento di un patrimonio edilizio completamente decarbonizzato e a emissioni zero entro il 2050.
Ricordiamo che l’accordo raggiunto ha attualmente di natura provvisoria, perché richiede l’adozione formale sia dal Parlamento Europeo che dal Consiglio. Una volta completato questo processo, la nuova Direttiva sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea ed entrerà ufficialmente in vigore. Successivamente gli Stati membri dovranno recepire la Direttiva.
In questo articolo riepilogativo riportiamo il nucleo essenziale previsto dalla Direttiva, nella sua nuova versione.
Anche se i Meps sono su base volontaria, gli Stati membri sono tenuti a garantire una riduzione del consumo medio di energia primaria dell’intero patrimonio edilizio residenziale del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035.
La norma prevede l’eliminazione graduale delle caldaie alimentate da combustibili fossili. L’obiettivo è quello di promuovere un’energia più pulita e rinnovabile, limitando il ricorso ai combustibili fossili notoriamente associati a un elevato inquinamento e a emissioni di gas serra.
Gli Stati membri sono chiamati a definire misure specifiche per l’eliminazione progressiva dei combustibili fossili nel settore del riscaldamento e del raffreddamento. I sussidi per l’installazione di caldaie autonome alimentate da combustibili fossili saranno bloccati dal 1° gennaio 2025. Gli Stati membri dovranno quindi definire misure specifiche sull’eliminazione progressiva dei combustibili fossili nel riscaldamento e nel raffreddamento in vista di una completa eliminazione graduale delle caldaie alimentate da combustibili fossili entro il 2040.
Gli Stati membri saranno obbligati a installare impianti solari adeguati secondo questo calendario:
I nuovi edifici occupati o di proprietà delle pubbliche amministrazioni dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2028. A partire dal 2030 tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero.
Dal 1° gennaio 2030 anche tutte le altre nuove costruzioni dovranno adeguarsi, con possibilità di specifiche deroghe.
Verrà costituito uno sportello unico dedicato alle ristrutturazioni che fornirà consulenza indipendente e gratuita sulle ristrutturazioni degli edifici. Gli Stati membri devono implementare misure di supporto, volte alla assistenza finanziaria, tecnica e regimi di finanziamento integrati, per raggiungere gli obiettivi di prestazione energetica degli edifici
In attesa dell’entrata in vigore della Direttiva, gli enti istituzionali iniziano a muoversi. È il caso dell’ABI (Associazione Bancaria Italiana) che martedì 19 dicembre ha presentato a Roma il Tavolo tecnico per favorire la riqualificazione degli immobili, in collaborazione con la Commissione Europea, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, la Banca d’Italia, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, il Ministero dell’Economia, l’ENEA, AbiLab, l’ANCE, l’ANIA, Confedilizia, la Federazione Ipotecaria Europea, la FIAIP e le Associazioni dei consumatori, rappresenta un importante passo avanti nel contesto della riqualificazione urbana e del risparmio energetico nel settore immobiliare.
L’ABI ha avanzato dieci proposte concrete per stimolare lo sviluppo del mercato dei finanziamenti finalizzati all’acquisto di immobili ad alta prestazione energetica e alla riqualificazione degli edifici esistenti. Tra queste proposte figurano: