Collaboratrice di Immobiliare.it
Il primo dubbio di chi ha a disposizione un immobile da mettere in affitto è quale sia la giusta cifra da chiedere al potenziale inquilino.
Calcolare il canone d’affitto perfetto e adeguato in base all’immobile non è un’operazione semplice. Ecco perché spesso ci si riferisce alle agenzie immobiliari, per una guida professionale: con alcune indicazioni, però, è possibile quantificare il canone d’affitto in autonomia: vediamo come.
La prima cosa da fare per calcolare il canone d’affitto di un immobile è fare riferimento al suo valore catastale, un indice che permette di identificare le imposte sulla casa, ad esempio l’IMU: si tratta del punto di partenza per definire il valore minimo del canone d’affitto.
Bisogna poi prendere in esame la zona dove si trova l’appartamento da affittare. Centro città, zona periferica, ma non solo: nelle vicinanze ci sono parchi pubblici dove passeggiare? La palazzina è tranquilla e si trova nei pressi di stazioni, fermate del bus, scuole e negozi? Questi sono tutti elementi che aumentano il valore dell’immobile da affittare.
Attenzione poi a non incappare nell’errore di calcolare il canone d’affitto esclusivamente partendo dai metri quadrati dell’immobile. È fondamentale, infatti, analizzare anche le sue prestazioni energetiche, la presenza di garage, posto auto riservato, cantine e lo stato in cui si trova l’immobile: un appartamento di recente ristrutturazione è più appetibile sul mercato e permette di chiedere un canone d’affitto più elevato.
L’ultima valutazione da fare per poter identificare un canone d’affitto adeguato è sui complementi d’arredo: una casa già arredata equivale a un prezzo più alto per il canone mensile.
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La scelta del tipo di contratto d’affitto è fondamentale quando si ha un immobile da affittare: la legge n. 431 del 1998 prevede due tipi di contratto, quello a canone libero e quello a canone concordato.
Con il canone libero, il più usato al momento, le parti sono libere di scegliere in autonomia l’importo del canone e le clausole del contratto d’affitto; il canone concordato, che viene spesso preferito poiché permette di usufruire di alcune agevolazioni fiscali, richiede che venga seguito uno schema regolamentato dal comune per il calcolo dell’affitto.
Per capire meglio come determinare il canone di un appartamento in affitto possiamo fare un esempio di calcolo su un immobile di circa 90 metri quadri, con garage, balcone e due bagni.
L’appartamento si trova in una zona piuttosto centrale, è stato recentemente ristrutturato e ha tre locali, con una cucina separata.
Come calcolare il canone d’affitto mensile? La prima cosa da fare è indagare il prezzo di mercato, analizzando tra gli altri immobili in affitto sui siti immobiliari con caratteristiche simili.
Così facendo sarà possibile avere una media degli affitti degli immobili della zona e si potrà fare una prima ipotesi di canone mensile, da valutare poi in base a tutti gli elementi citati in precedenza e, ricordiamo, a delle figure esperte.
*Questo contenuto ha scopo informativo e non ha valore prescrittivo. Per un’analisi strutturata su ciascun caso personale si raccomanda la consulenza di professionisti abilitati.