Ci avviciniamo all’estate, il periodo in cui c’è boom in
Italia di richieste di casa vacanze. Quest’anno più che mai le richieste di
affitto casa per pochi giorni o settimane di vacanze sono davvero elevate.
Chi ha la fortuna di possedere un immobile nelle grandi città italiane, come Roma e Milano, oppure in città d’arte come Venezia o Firenze, oppure ancora in bei luoghi di villeggiatura da nord a sud, non esita infatti di cederlo in locazione con la soluzione degli affitti brevi.
Grazie a diverse piattaforme online sarà facile metterle sul mercato turistico e l’incasso può essere importante.
Ma vediamo come funziona, come rendere un’abitazione adatta al turismo e cosa dice la legge.
Cos’è una casa vacanza secondo la legge
La norma che regola una casa vacanze è l’articolo 53 del Codice del Turismo che la definisce un immobile, solitamente una villa o un appartamento, che un proprietario cede in affitto a turisti per un periodo che può essere:
- molto breve, quindi un week end;
- breve, da una settimana a 1 mese;
- medio lungo da 30 gg a 3 mesi massimo.
L’affitto della casa vacanza va registrato?
Se metti una casa in affitto per turisti devi anche sapere
che la legge ne regola anche il contratto dal punto di vista fiscale:
- se il turista resta qualche giorno fino a un massimo di 30 giorni, non sei tenuto a stipulare un vero e proprio contratto di locazione da dichiarare alle Entrate;
- se l’affitto supera i 30 giorni sei obbligato a stipulare un contratto scritto e a registrarlo presso l’Agenzia delle Entrate, oggi puoi farlo online, pagando l’imposta di registro.
Novità per chi affitta case vacanza 2023
Tra gli obblighi da rispettare per chi affitta una casa
vacanza, il provvedimento del 17 marzo 2022 dell’Agenzia delle Entrate ha
stabilito a partire dal 2023 vigerà:
- l’obbligo di comunicare all’Agenzia delle
Entrate l’anno di locazione e i dati catastali dell’appartamento affittato
entro il 30 giugno dell’anno successivo alla data del contratto.
Si fa riferimento a tutti gli affitti brevi inferiori ai
30 giorni che prima erano del tutto liberi.
Cosa serve per compilare questa comunicazione:
- nome e cognome del locatore;
- codice fiscale del locatore;
- durata del contratto;
- indirizzo dell’immobile locato;
- importo del corrispettivo lordo;
- anno di riferimento;
- dati catastali dell’immobile locato.
Per mettere in locazione una casa vacanze serve la partita Iva?
La partita Iva è legata al concetto di imprenditorialità,
quindi è obbligatoria solo se la casa vacanza in locazione diventa una vera
e propria attività turistica, continuativa.
- Quindi se la casa vacanza, ad esempio in una città d’arte, funziona regolarmente tutto l’anno, allora sarà necessario aprire una partita Iva.
- Se invece si tratta di una piccola abitazione messa in fitto per poche settimane all’anno, non sarà necessario.
Attenzione però a prendere visione delle normative regionali a riguardo.
Che documenti servono per aprire una casa ricettiva turistica
Per far diventare un immobile una casa ricettiva che opera nel turismo servirà fare richiesta al Comune portando i seguenti documenti:
- autorizzazioni tecnico-edile;
- certificato di abitabilità o di agibilità;
- adeguamento decreto Ministero dei lavori
pubblici 236/89 per quanto riguarda le eliminazioni delle barriere
architettoniche;
- certificazione attestante l’adeguamento alla
legge 46/90 che stabilisce la sicurezza degli impianti;
- adeguamento alla normativa antincendio;
- documentazione attestante la disponibilità dei
locali;
- planimetria dei locali con la numerazione delle
unità ricettive.
Quali sono i requisiti minimi di una casa vacanza
L’immobile che entra a far parte della ricettività turistica deve avere alcuni minimi requisiti, che variano secondo la normativa regionale:
- ogni camera non può ospitare più di 4 posti letto;
- le misure delle camere vanno da 8 mq (per 1 posto letto) a 20 mq (per 4 posti letto);
- l’altezza delle unità è prevista dal Dm del 5 Luglio 1975.
Regole se hai una attività di casa vacanza
Per dare in locazione un immobile per turisti, in maniera occasionale
o meno, bisogna seguire alcune regole per non ricevere sanzioni anche
salate.
- Avvisare la questura del Comune dove si trova l’immobile e richiedere l’accredito della casa vacanza. Si tratta di una documentazione che serve alle autorità a sapere che la tua casa è divenuta struttura ricettiva;
- Richiedere sempre i documenti. Entro 24 ore dall’arrivo dei turisti bisogna compilare la Schedina Alloggiati della Polizia di Stato perché è obbligatorio segnalare chi alloggia in casa. Per farlo sarà necessario richiedere un documento di identità, sia a turisti italiani sia europei, sia extra europei. Si può procedere online alla compilazione della scheda, previa richiesta di abilitazione al sistema.
Nel caso di case locate a turisti in maniera illegale senza
il rispetto delle regole del Codice del Turismo, si possono ricevere sanzioni
anche molto severe.
Bisogna pagare sempre la tassa di soggiorno
Non tutti i comuni prevedono il pagamento della tassa di
soggiorno, prima di attivarti nel turismo prendi visione delle informazioni necessarie
sul sito del Comune di appartenenza.
Esistono agevolazioni per aprire una casa vacanze?
Esistono incentivi per aprire affittacamere, b&b e case vacanza a livello imprenditoriale, quindi come attività duratura e continuativa, con Partita Iva. Come accedere alle agevolazioni dipende dall’ente che eroga l’incentivo e quindi consigliamo di analizzare tutte quelle disponibili in base anche alla propria posizione fiscale.
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