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Quasi il 50% dei centri commerciali punta a pratiche di sviluppo sostenibile e il 70% organizza campagne di sensibilizzazione e lotta agli sprechi: sono solo alcuni dei numeri emersi dall’analisi condotta da ALTIS (Alta Scuola Impresa e Società) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore a un anno dal lancio del Manifesto per la Sostenibilità promosso dal Consiglio nazionale dei centri commerciali (Cncc).
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Qual è il contributo che l’industria dei centri commerciali intende fornire per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) definiti dalle Nazioni Unite? Questa è la domanda che sta alla base del Manifesto per la Sostenibilità, un programma a cui hanno aderito le principali properties associate e che di anno in anno verrà sottoposto ad accurate analisi per definirne punti di forza ed eventuali carenze.
I risultati della prima valutazione, presentati pochi giorni fa nel corso di un convegno tenutosi a Milano, hanno messo in luce come 24 società aderenti all’iniziativa (con fatturato complessivo di quasi 800 milioni di euro) abbiano adottato strategie per ciascuno dei 3 ambiti ESG (ambientale, sociale e di governance).
Soffermandoci in modo particolare sulla lotta al cambiamento climatico risulta che il 47% degli associati ha messo in campo pratiche di sviluppo sostenibile e incrementato lo sforzo per la riduzione delle emissioni di CO2 e per la realizzazione di impianti per autoproduzione di energia da fonti rinnovabili (il 46% di quella totale impiegata nei centri commerciali).