Giornalista
L’acqua salmastra corrode pareti, case, opere d’arte dal valore inestimabile. Lo sanno bene i veneziani che devono lottare contro gli effetti continui delle maree. Per questo il ministero della Cultura ha stanziato 3,3 milioni di euro solo per il restauro dei marmi del nartece e i mosaici del transetto sud della Basilica di San Marco, danneggiati dall’acqua alta del 2019.
I restauri cominceranno a breve. Il finanziamento è stato erogato nell’ambito del Piano Strategico 2021-2023 “Grandi Progetti Beni Culturali”.
Mario Piana, architetto responsabile della tutela e del restauro, ha illustrato gli effetti dell’acqua alta su queste opere di pregio storico e artistico, in particolare su pietre, marmi, apparati scultorei, pavimentazioni in opus sectile e tessellatum, mosaici parietali.
L’acqua alta record del novembre 2019 danneggiò seriamente le cruste lapidee e marmoree che rivestono le pareti interne dell’ala nord del nartece, e la pavimentazione in opus tessellatum attorno all’altare del Santissimo Sacramento.
L’intervento di restauro è stato preceduto da una campagna di analisi mineralogico-petrografiche e chimico-fisiche. L’esperto Piana lavorerà per il raggiungimento di due obiettivi fondamentali:
Da un lato rimuovere, nei limiti del possibile, le cause del degrado delle incrostazioni marmoree, dall’altro arrestare l’avanzare del degrado stesso che in forme e misura diversa colpisce i marmi del nartece, che già soffrono a causa delle conseguenze delle malte impiegate nei restauri ottocenteschi.
La Basilica di San Marco è il centro della spiritualità veneziana, che ogni anno attira milioni di visitatori da tutto il mondo. Solo nel 2022, periodo post-pandemia, sono stati staccati quasi 2,5 milioni di biglietti per visitare chiesa, campanile e museo.
Tra le numerose meraviglie, agli occhi dei turisti risalta il pregio dei marmi, di varia estrazione, e i mosaici raffiguranti storie tratte dall’Antico e Nuovo Testamento, figure allegoriche, episodi della vita di Gesù Cristo, di San Marco e di tante altre narrazioni antiche.
Notevoli i colori caldi e gli ori che ornano l’ampio spazio della basilica, con tagli di luce tipici delle chiese mediorientali, a testimonianza della storia mercantile e delle aperture ai traffici commerciali attraversati da questa città. La basilica conserva più stili architettonici e artistici, da quello greco-bizantino alle espressioni artistiche dei maestri locali, fino alle correnti più recenti. L’area pavimentale attorno all’altare del Santissimo è manifestazione dell’età medievale. Anche il mosaico pavimentale sarà interessato dagli ultimi e delicati restauri.