Collaboratrice di Immobiliare.it
Impugnare significa procedere all’azione con cui un soggetto chiede al giudice di eliminare o modificare un determinato atto giuridico. Ma come si fa a impugnare un atto e quali sono le tempistiche? Vediamolo in questo articolo
L’impugnazione di un atto può avvenire per via amministrativa o giurisdizionale. Nel primo caso l’atto è illegittimo/di errata valutazione e viene impugnato con ricorso gerarchico: in questo caso il ricordo deve essere presentato 30 giorni dalla comunicazione, scritto su carta bollata, e consegnato all’autorità a cui si ricorre.
In alternativa, può essere spedito tramite raccomandata o notificato tramite ufficiale giudiziario. Nel caso dell’impugnazione per via giurisdizionale, l’atto viene impugnato davanti al giudice amministrativo (TAR, Tribunale Regionale Amministrativo): l’impugnazione deve essere effettuata tramite un legale, che presenterà ricorso indicando le motivazioni per cui l’atto venga impugnato e richiedendo un eventuale risarcimento danni.
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È la legge stessa a qualificare alcuni atti come non impugnabili e questi sono:
I tempi massimi entro cui si può impugnare un atto di vendita di una casa oscillano tra i 5 e i 20 anni, a seconda del motivo per cui un soggetto ha intenzione di contestare l’atto di vendita di casa. Ecco alcuni motivi che giustificano l’impugnazione:
*Questo contenuto ha scopo informativo e non ha valore prescrittivo. Per un’analisi strutturata su ciascun caso personale si raccomanda la consulenza di professionisti abilitati.