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Il piano ambizioso è di Orbital Assembly Corporation che con un investimento di 200 miliardi di dollari, conferma di voler realizzare entro i prossimi cinque anni, in orbita bassa, a 400 chilometri da terra, un hotel di lusso il cui obiettivo non è tanto quel di poter sfoggiare un certo numero di stelle, quanto invece di farle vedere, e molto da vicino, ai suoi facoltosi ospiti.
Orbital Assembly aveva iniziato a pensare al progetto nel 2019 e, nonostante i ritardi dovuti a quest’ultimo difficile biennio, ha annunciato di essere in linea con i tempi del progetto e che a breve comincerà a vendere o affittare pezzi della stazione orbitale.
La struttura ha l’aspetto di una sorta di ruota panoramica spaziale, dove sarà possibile soggiornare come turisti che dalla propria suite possono però vedere cosmo e terra. Sarà anche possibile acquistare, con somme astronomiche, una villa che verrà ricavata all’interno della stazione e diverse costosissime suite.
L’offerta “base”, per così dire, è la prenotazione di un viaggio di 3 giorni alla cifra, anche questa stellare, di 5 milioni di dollari. Ci sono 400 posti a disposizione e in cucina gli chef cercheranno di far dimenticare il cibo sottovuoto, fornito tradizionalmente agli astronauti.
Fino a poco tempo fa parlare di turismo nello spazio sembrava solo fantascienza, ma in realtà di tentativi ce ne sono stati diversi: nel 2021 Jeff Bezos, patron di Amazon, ha portato nello spazio i suoi amici, anche se a soli 100 chilometri di altezza dalla terra, con la Blue Origin, la sua impresa spaziale.
Space X ha portato neofiti nello spazio con la sua missione Inspiration 4 e lo scorso dicembre un miliardario giapponese ha avuto accesso alla Stazione spaziale internazionale, pagando decine di milioni di dollari.
La verità? Potrebbe essere cominciata la privatizzazione dello spazio e sarebbe, per adesso, di appannaggio esclusivo degli americani.