Giornalista
Cosa accade quando due comuni decidono di instaurare un legame particolare che tutti conosciamo con il nome di gemellaggio? Cosa implica e come si arriva a ufficializzarlo? Vediamo insieme tutto quello che c’è da sapere.
Nel momento in cui due comuni decidono di avviare il procedimento per stringere il gemellaggio, l’obiettivo dei rispettivi sindaci e delle amministrazioni comunali coinvolte è quello di alimentare e promuovere un interscambio privilegiato tra i due territori e le reciproche comunità.
Questo avviene tramite il perseguimento di obiettivi condivisi che possono comprendere gli ambiti più svariati: dall’arte allo sport, dalla cultura al patrimonio naturale, passando per asset fondamentali come il turismo, le infrastrutture e i trasporti.
Con l’istituto giuridico del gemellaggio, i comuni coinvolti si riconoscono l’un l’altro come partner cui spetta un trattamento di vantaggio e tutela reciproca. Uno status unico nel suo genere che dev’essere avviato a livello di Consiglio comunale (tramite una classica delibera che abbia il consenso della maggioranza), per poi concludersi con una visita reciproca da parte dei rispettivi sindaci e assessori.
Il gemellaggio può essere promosso non solo da due comuni, ma anche da enti e soggetti più grandi, quali le province e le regioni, ma anche i parchi naturali, le comunità montane e i consorzi territoriali. Per esempio, un ente turistico alpino o appenninico italiano può avere interesse a promuovere il gemellaggio con un soggetto scandinavo o anglosassone che presenta le medesime caratteristiche territoriali, geologiche e, di conseguenza, turistiche.
Dunque, perché alcune città sono gemellate? Trattandosi di uno strumento di natura prettamente politica, il gemellaggio ha delle ripercussioni non solo negli ambiti sopra descritti, ma anche (e soprattutto) sul versante economico: infatti, può contribuire ad aumentare l’indotto di un comune tramite l’accoglimento di delegazioni e personaggi che rappresentino un valore aggiunto nel proprio settore.